Il 2015 sarà, quasi certamente, al 97%, l’anno più caldo mai registrato da 136 anni. Lo scorso agosto è stato il più caldo di sempre da quando abbiamo disponibilità dei dati e lo stesso record è stato messo a segno nei primi otto mesi di quest’anno. A dirlo è l’agenzia federale Usa per la meteorologia (Noaa). Ad agosto i termometri mondiali hanno registrato 0,88 gradi centigradi in più della media del XX secolo. Fino ad oggi 6 mesi su 8, nel 2015, sono stati da record, con la sola eccezione di gennaio e aprile. Sulla terraferma le temperature sono state mediamente più elevate di 1,14 gradi, con l’ondata di calore ha interessato un’ampia fetta dell’America del Sud e parti di Europa, Africa, Medio Oriente e Asia. Le temperature superficiali degli oceani hanno fatto registrare +0,78 gradi. Guardando all’estate, la colonnina di mercurio tra giugno e agosto ha riportato 0,85 gradi in più nel globo terracqueo. Nel periodo gennaio-agosto, invece, l’aumento rispetto alla media del secolo scorso è stato di +0,84 gradi. Tra i dieci più grandi discostamenti mensili del termometro dalla media, negli ultimi 1628 mesi dal 1880 ad oggi, cinque si sono registrati nel 2015, prosegue il Noaa. Al primo posto ci sono il febbraio e il marzo scorsi, con +0,89 gradi, mentre l’agosto appena passato è al terzo posto a pari merito con il gennaio 2007.
Presidenza Ue, giornata importante per negoziati Onu sul clima
“Questa è una giornata importante per Ue e per i negoziati sul clima”. Così il ministro dell’ambiente del Lussemburgo, Carole Dieschbourg, per la presidenza di turno dell’Ue, all’ingresso del Consiglio dei ministri dell’ambiente dei 28, dedicata alla conferenza Onu di Parigi. “Sono fiduciosa che adotteremo un mandato forte, ambizioso e responsabile, in modo che l’Ue possa assumere la leadership verso Parigi per avere un accordo ambizioso, dinamico e sostenibile” ha aggiunto Dieschbourg. “Questa riunione è stata preparata da mesi perché sia un successo e lo sarà” sottolinea il ministro dell’ecologia francese, Ségolène Royale, che presiederà la conferenza Onu di dicembre. “L’obiettivo è arrivare a Parigi con un mandato di negoziazione ambizioso e da facilitatore, perché l’Ue faccia da mediatore per aiutare i Paesi a presentare i propri contributi nazionali (di riduzione delle emissioni, ndr) e allo stesso tempo mostri responsabilità” ha aggiunto Royale, che ha sottolineato anche l’importanza di arrivare a Parigi con una prospettiva non solo per il 2030 ma anche a lungo termine, per fine secolo. Altre priorità per la Francia sono la necessità di ottenere un accordo globale con “meccanismi di verifica e revisione, ogni 5 anni a partire dal 2020”, oltre all’aspetto dei “finanziamenti per il clima, che vanno inclusi nell’intesa per evitare un fallimento come a Copenaghen”.
Fonte:
Ansa.it