Editoriali — 25 Settembre 2015

25-09-2015 – Salve a tutti; eccoci di nuovo insieme per un aggiornamento in merito a quanto previsto dai modelli odierni per i prossimi giorni, compresa la settimana successiva, ricca di spunti interessanti per il meteo appassionato. Nell’editoriale di ieri si era discusso infatti in merito alla possibilità dell’arrivo di un’avvezione fredda di origine artica continentale dal continente russo per gli ultimi giorni del mese di Settembre; vediamo oggi se le ipotesi menzionate possano avere una loro validità, come sempre nello spirito dello spettatore entusiasta che cerca sempre la configurazione più spettacolare da poter vivere in ogni periodo, anche a inizio autunno, quando il freddo dovrebbe essere un’utopia.

Partiamo come sempre dalla configurazione attuale, che vede la permanenza di un vortice freddo in Adriatico, in lento colmamento, che interessa, con le fenomenologie correlate, prevalentemente le regioni del medio e alto Adriatico e il basso Tirreno, come annunciato nei giorni scorsi (fig.1).

fig.1

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L’instabilità nelle regioni adriatiche e meridionali si andrà lentamente attenuando, ma non cesserà del tutto, in quanto lungo il bordo sudorientale della possente figura anticiclonica, in affermazione nell’Europa occidentale, scorrerà costantemente, anche nel week-end, aria più fresca di origine continentale. Tale dinamica si andrà accentuando nei primi giorni della prossima settimana, quando dalle sponde del Mar Glaciale Artico russo prenderà il via una discesa di aria fredda artica appunto, che si dirigerà con decisione proprio verso le regioni settentrionali italiane (fig.2).

fig.2

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L’ultima emissione del modello americano, a riguardo, è molto indicativa, traiettoria lineare diretta verso il Mediterraneo, con un poderoso anticiclone di blocco frapposto tra le saccature Atlantiche e quelle continentali. L’immagine merita un “replay” emisferico, davvero lunga la strada dell’aria fredda dalle regioni polari (fig.3).

fig.3

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Dalla fig.3 si vede bene come, annesso alla saccatura artica, nella giornata di martedì, sia presente un nocciolo freddo in quota in rapido avvicinamento alla barriera alpina. Secondo il modello americano, il nocciolo artico in esame traslerebbe, anche nella visione di oggi, a nord delle Alpi, diretto verso la Francia, ma interessando anche le regioni italiane e interagendo con aria più calda nel mediterraneo di origine subtropicale (fig.4).

fig.4

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Molto più diretta viceversa la visione odierna del modello europeo, dove l’aria fredda artica potrebbe giungere direttamente nel Mediterraneo, creando le premesse per la genesi di una profonda depressione al suolo nel Tirreno tra mercoledì e giovedì della prossima settimana, in graduale intensificazione nel suo spostamento verso nordest (fig.5).

fig.5

Recm1441

 

Lo scontro tra le due masse d’aria molto diverse tra loro (artica e subtropicale) avverrebbe nell’Adriatico settentrionale, generando precipitazioni intense e persistenti in particolare tra Emilia Romagna e Marche (ma non solo), qui con nevicate intorno 1000 m di quota, localmente più in basso, in virtù delle termiche piuttosto basse previste a 850 hPa dai diversi modelli, ma in particolare da quello europeo (fig.6).

fig.6

Recm1442

Come si vede dalla fig.6, la temperatura di 0° C a 850 hPa (circa 1500 m), la ritroveremmo quasi addossata alle Alpi, insieme e un grosso nucleo di aria fredda in discesa dal bassopiano russo. Si trata di una configurazione che in Gennaio molto probabilmente avrebbe generato veri blizzard nelle coste adriatiche settentrionali, ma ora siamo a Settembre e potrebbe nevicare in montagna, comunque, e piovere anche intensamente in molte regioni italiane, soprattutto del versante adriatico e ionico. La differenza, quindi, tra la previsione del modello europeo e quello americano è, in sostanza, un maggior coinvolgimento delle nostre regioni per il primo (europeo), con il mar Mediterraneo che collabora attivamente al peggioramento, fornendo l’energia per la genesi di fenomeni intensi, mentre l’Artico mette il contributo freddo. Nella figura seguente viene riassunta la differenza tra i due modelli; le traiettorie divergono prima di arrivare nel Mediterraneo, ma la partenza e l’arrivo sono simili, con la deriva della depressione verso ovest, in moto retrogrado rispetto alle correnti occidentali dominanti (fig.8).

fig.8

image

 

Va sottolineato come nel “balletto” dei modelli le parti possano risultare invertite il giorno dopo, sebbene il modello americano veda con maggiore continuità la traiettoria a nord delle Alpi per il nucleo freddo. Non perdete quindi i prossimi aggiornamenti, emissione dopo emissione verrà a definirsi quella che sarà la vera traiettoria del nucleo artico, che comunque sicuramente si muoverà a partire da lunedì sera verso l’Europa centrale e, speriamo, verso il Mediterraneo.

Ciao ciao

 

Ilario Larosa (meteogeo)

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