di Ilenia Bertoni
Già quest’anno in Africa del Sud, Asia e America centrale almeno 10 milioni di persone soffrono la fame e così sarà anche nel 2016. A piegare i più poveri sono siccità e piogge anomale che distruggono i raccolti. Terreni arsi da temperature da record e per le conseguenze di un ‘El Nino’ che quest’anno potrebbe essere tra i più forti mai registrati. L’allarme viene dall’organizzazione Oxfam che ha pubblicato il rapporto ‘Entering Uncharted Waters: El Niño and the threat to food security’ – Entrare in acque inesplorate: El Nino e la minaccia per la sicurezza alimentare.
L’ong sottolinea come El Nino, un fenomeno climatico che accade ogni 7-8 anni, parte dall’oceano Pacifico e porta condizioni climatiche estreme in diverse parti del mondo, da forti precipitazioni in Sud America a siccità in Australia, sud est Asiatico e sud Africa, nel 2015 potrebbe raggiungere una ‘potenza’ da record. Secondo le previsioni dovrebbe raggiungere il picco tra ottobre e gennaio 2016 e potrebbe superare El Nino del 1997-1998, il più forte registrato recentemente, che provocò caos climatico e disastri umanitari, dal Perù all’Indonesia, con siccità, inondazioni e incendi forestali, duemila morti e circa 33 miliardi di dollari danni. Nella sola Etiopia, avverte Oxfam, 4,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari a causa delle scarse piogge di quest’anno.
Inondazioni e siccità hanno invece tagliato di oltre un quarto la produzione di mais in Malawi, dove dall’inizio del 2016 ci saranno un paio di milioni di persone a combattere per un boccone di cibo. Nello Zimbabwe la siccità ha ridotto il raccolto di mais del 35%. Ma le conseguenze del clima anomalo si fanno sentire anche in America Centrale, dove la produzione di mais è crollata a causa di due anni di siccità legati a El Nino facendone lievitare il costo; in Guatemala e Honduras centinaia di migliaia di contadini hanno visto distrutti i raccolti. Il governo indonesiano ha dichiarato siccità in 34 province del Paese a causa di El Nino. In Asia questo fenomeno ha già ridotto il monsone sull’India, aumentando il rischio di una siccità prolungata nell’area orientale, con possibili conseguenze anche sulla produzione di riso. Oxfam sottolinea l’urgenza di agire, soprattutto alla luce dell’impegno Onu per l’obiettivo ‘fame zero’ entro il 2030: se governi e agenzie internazionali metteranno in atto azioni immediate contro i cambiamenti climatici, scrive l’ong, è ancora possibile evitare grandi emergenze umanitarie il prossimo anno.