ROMA – Gli oltre mille incendi che stanno mettendo in ginocchio l’Indonesia, e che secondo la Nasa potrebbero essere i peggiori mai registrati nel Paese, rischiano di rilasciare in atmosfera una quantità di CO2 enorme, superiore di molto alle emissioni dell’Italia. A lanciare l’allarme è Greenpeace, che sottolinea come gli incendi stiano interessando le torbiere, terreni che contengono 60 miliardi di tonnellate di carbonio, e cioè sei volte di più delle emissioni annuali da combustibili fossili di tutto il Pianeta.
L’ultima volta che l’Indonesia è stata devastata dagli incendi, nel 1997, ha prodotto emissioni in una quantità stimata tra gli 800 milioni e i 2,57 miliardi di tonnellate di CO2, ricorda Greenpeace. A confronto in Italia, secondo stime Eurostat, le emissioni da combustibili fossili nel 2014 si sono attestate a 329 milioni di tonnellate. Il 1997, proprio come questo anno, si è caratterizzato per l’intensità del fenomeno climatico El Nino, che porta siccità nel Paese.
L’organizzazione ambientalista, che ha girato un video con un drone per documentare quanto sta accadendo, stima che il 40% degli incendi di quest’anno interessino le torbiere. Allo stato naturale, questi ambienti sono impregnati d’acqua e non bruciano, “ma decenni di deforestazioni e di drenaggio del terreno nel nome dell’olio di palma – spiega Greenpeace – hanno reso il terreno più vulnerabile agli incendi, molti dei quali appiccati intenzionalmente”. Incendiare le foreste è infatti il modo più veloce ed economico per far posto alle piantagioni.
La gravità della situazione è stata ammessa dal presidente indonesiano Joko Widodo, che oggi, stando ai media asiatici, ha reso noto di aver chiesto aiuto a Singapore, Malesia, Giappone e Russia per fronteggiare l’emergenza con aerei per il trasporto dell’acqua.
fonte: Ansa.it