Ha preso il via giovedì 15 ottobre a Reykjavik, in Islanda, l’Assemblea del circolo polare artico, una conferenza che analizza le minacce del cambiamento climatico nella regione artica. Da venerdì a domenica saranno presenti 1.500 partecipanti da 50 Paesi, tra cui il presidente francese Francois Hollande, ministri tedeschi, scandinavi, cinesi e politici di diverse aree del pianeta, dagli Usa alla Corea del Sud, da Singapore al Canada.
La conferenza, uno degli ultimi incontri sull’ambiente in programma prima della conferenza sul clima di Parigi a fine anno, ospiterà diversi istituti di ricerca che presenteranno i loro rapporti. L’attenzione si concentrerà in particolare sulla necessità di tutelare il permafrost, cioè il terreno tipico della parte più settentrionale del Pianeta in cui il suolo è perennemente ghiacciato.
“Dato che il permafrost contiene il doppio del carbonio presente in atmosfera, il suo disgelo e il conseguente rilascio di CO2 è un tema che può essere centrale ai fini delle soluzioni politiche necessarie per contenere il riscaldamento globale”, spiegano i ricercatori del Woods Hole Research Center. Il messaggio che gli esperti porteranno in Islanda è “l’urgenza di agire ora per ridurre il consumo di combustibili fossili, prima che sia troppo tardi per fermare il disgelo del permafrost.