Questo inverno è diventato celebre per le sue grandi nevicate ed il suo grande freddo che attanagliò le Isole Britanniche per lungo tempo, ricoprendo le aree pianeggianti di impressionanti cumuli di neve.
Il “merito” fu dell’Anticiclone Siberiano, particolarmente attivo in quella stagione invernale, ed in grado di inviare impulsi di aria gelida di moto retrogrado, muovendosi da est verso ovest ed investendo le Isole inglesi.
La neve perdurò al suolo per ben 45 giorni a Londra, e 71 giorni a Buxton, nel Derbyshire.
A causa dei venti orientali, tra la fine di Gennaio ed i primi giorni di Febbraio l’osservatorio di Greenwich segnalò 14 giorni consecutivi con temperature al di sotto dello zero, mentre ad Oxford i giorni furono 16.
Molto difficili furono gli approvvigiornamenti di carbone per riscaldamento e di energia elettrica, mentre il termometro raggiunse un valore di -21°C a Woburn, nel Bedfordshire.
La navigazione fu ostacolata da larghe lastre di acqua congelata nel Mare del Nord, mentre dei rompighiaccio furono utilizzati sull’estuario del Tamigi.
Il mese di Febbraio 1947 fu il più rigido che ci sia mai stato sull’Inghilterra Centrale dal 1659 ad oggi.
In Marzo, il giorno 04 una perturbazione atlantica provocò un eccezionale fenomeno di gelicidio, provocando lo schianto di numerosi alberi.
In Scozia, sulle Highlands, il manto bianco raggiunse i sette metri di spessore.
Infine, a metà Marzo circa, il freddo abbandonò le Isole Britanniche, lasciando però spazio a disastrose alluvioni.
Nelle immagini, una foto di un autobus abbandonato nei cumuli di neve, ed il passeggio sopra il Tamigi congelato presso Windsor Bridge in Londra, tratte da Daily mail.
tratto dal blog freddofili