05-11-2015 – Salve a tutti, aggiornamento per il Blog di Meteoservice questa volta con qualche approfondimento in più, comprendente una valutazione complessiva delle sorti dell’autunno nel nostro emisfero, con particolare riguardo al bacino del Mediterraneo.
Iniziamo dal presente e dal locale; alta pressione che si va affermando a partire da ovest nelle nostre regioni. Un robusto cuneo altopressorio si fa largo dalle coste algerine verso il nord Italia infatti, mentre al sud è ancora presente instabilità residua, derivante da infiltrazioni fredde dai Balcani (fig.1).
fig.1
Le due aree altopressorie visibili in fig,1 tenderanno a unirsi nei prossimi giorni, generando una struttura dinamica molto salda in Europa al di sotto del 50° parallelo (fig.2).
fig.2
Come si vede dalla fig.2, la rimonta altopressoria, di natura ibrida Azzore-Africana, sarà generata da un forte compattamento del Vortice Polare alle quote troposferiche e da un conseguente innalzamento della corrente a getto polare in Atlantico con al seguito l’alta pressione azzorriana.
La dinamica riportata tenderà ad assumere i toni della staticità per alcuni giorni, almeno fino alla metà del mese, con un serie di belle giornate calde e soleggiate nel territorio italiano, ad eccezione delle nebbie in pianura Padana, ma con l’incognita della genesi di nuove basse pressioni nell’estremo sud, secondo una classica evoluzione già vista molte volte questo autunno (fig.3).
fig.3
Successivamente, la struttura del VPT tenderà ad allentare le maglie ai bordi, con rilascio di lobi periferici, ma senza particolari modifiche alla circolazione atmosferica nel Mediterraneo, ancora in un limbo autunnale mite e prevalentemente soleggiato (fig.4).
fig.4
L’unica speranza in tale contesto, è l’arrivo di circolazioni fredde secondarie da est, come illustrato oggi dal modello americano, in un contesto di VPT sempre compatto (fig.5).
fig.5
buy prozac online from canada drugs, an online canadian pharmacy that offers free shipping on all orders of discount prozac. A quando, quindi, una via d’uscita a una evoluzione che appare bloccata su dinamiche reiterate e spesso dannose per le nostre regioni??
In stratosfera, alla quota significativa di 10 hPa non c’è ancora nulla che possa lasciar presagire un allentamento della forza del Vortice Polare stratosferico, con un cooling davvero intenso e prolungato (fig.6).
fig.6
Al momento però, è bene sottolinearlo, la maggior chiusura della struttura del Vortice Polare è alle quote troposferiche, con valori NAM considerati alle diverse quote superiori all’unità, mentre alla quota geopotenziale di 10 hPa il NAM è ancora pari a 0,8 (fig.7).
fig.7
Si ricorda, a tal proposito, che il valore significativo del NAM, ai fini della verifica di un eventuale condizionamento dei piani troposferici nei 45-60 giorni successivi, è quello a 10 hPa, come studi su base statistica, condotti da Baldwin e Dunkerton (Propagation of the Arctic Oscillation from the stratosphere to the troposphere,” J. geophys. res., vol. 104, p. 30,930–937,946, 1999) hanno evidenziato. In parole più semplici, se il vortice polare si rafforza oltre un certo limite alla quota di 30 km (10 hPa), è molto probabile che TUTTA la struttura del VPT-VPS tenda a chiudersi, rafforzandosi continuamente, per i successivi 45-60 giorni.
Se ciò accadesse ora quindi, non avremmo, in sostanza, peggioramenti freddi nel Mediterraneo fino a Natale, ma la seconda parte dell’inverno potrebbe andare diversamente.
In realtà, per adesso ciò non sta accadendo, ma i prossimi 15 giorni saranno un banco di prova piuttosto duro per il VP, che solo ora sta iniziando il cooling (fig.8).
fig.8
Volendo fare dei paragoni con il passato (gli studi citati hanno tutti base statistica), l’annata in corso ricorda molto quella della stagione 2012-2013, perlomeno come dati storici registrati; ecco la stessa carta (anomalie termiche a tutte le quote nelle regioni polari) riguardante il 2012 (fig.8).
fig.8
Il cooling (raffreddamento) alle quote stratosferiche, nella carta mostrata, è iniziato nello stesso periodo dell’anno in corso, come si evince dal grafico riportato (per gli amanti della neve e del freddo è stato sottolineato anche il warming, parziale non major, che ha poi generato l’evento del Febbraio 2012, con destabilizzazione anche del VPT alle quote inferiori).
Ma c’è anche un’altra similitudine tra questo autunno è quello del 2012, sempre considerando gli indici generali; ovvero, vi è lo stessi valore del SAI (Snow Advance Index, fig.9).
fig.9
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Interessante quindi notare, come due indicatori della tendenza della stagione invernale (evoluzione anomalie termiche e SAI) siano coincidenti rispetto all’autunno di tre anni fa (2012).
Com’è stata la stagione 2012-2013??
Non male potremmo dire, con incursioni artiche nel mese di Dicembre e neve molto abbondante su Alpi e Appennino settentrionale fino al mese di Marzo. Sebbene ogni stagione abbia le sue peculiarità quindi, le premesse per la stagione a venire non sono male e, francamente, chi sostiene che sarà una inverno caldo e secco sbaglia di grosso, anche perchè non possibile fare previsioni così certe a così lungo termine. Quelle riportate finora sono solo, infatti, alcune indicazioni di massima, utili strumenti per interpretare i segnali che arriveranno dai modelli.
Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)
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