Editoriali — 19 Dicembre 2015
18-12-2015 – Salve a tutti, ben ritrovati per un aggiornamento pomeridiano più ampio e corposo dei precedenti. Tanto per cambiare, il Mediterraneo centrale è sotto il dominio anticiclonico anche in questo week-end prenatalizio e, anzi, la struttura altopressoria tende a rafforzarsi ulteriormente nelle nostre regioni (fig.1).
fig.1
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Come si evince dalla fig.1, alta pressione non vuol sempre dire cieli sereni nel Mediterraneo, in quanto, soprattutto nel Tirreno e nel Ligure, sono presenti estesi banchi di nubi basse che coprono il sole, senza peraltro causa re fenomeni precipitativi.
Nei prossimi giorni, l’alta pressione tenderà a intensificarsi ulteriormente nel Mediterraneo, in coincidenza con il previsto picco dell’AO nell’emisfero boreale (ved. editoriale)
fig.2
Ed eccola l’oscillazione del VP in prima armonica, senza ondulazioni di sorta, praticamente impossibile da scalfire dalla risalita degli anticicloni sub tropicali, con valori di AO previsti, appunto, intorno a +5 intorno il 22 Dicembre (fig.3).
fig.3
Paradossalmente, l’ulteriore intensificazione del campo altopressorio potrebbe inibire la formazione delle nubi basse nei nostri mari (assenza di qualsiasi infiltrazione), non delle nebbie però, e regalare qualche giorno quasi completamente sereno lungo le coste italiane.
Da sottolineare come l’assetto raffigurato in fig. 3 sia purtroppo molto frequente quest’anno, scandito secondo oscillazioni ritmiche attorno a valori perennemente positivi del valore dell’AO. La conseguenza principale della evoluzione mostrata è la sostanziale assenza di neve, con anomalia negativa vistosa rispetto alla norma, nei settori delle medie latitudini che si affacciano sull’Atlantico (settore dei Grandi Laghi nel nord America e dell’Europa centrale fino al bassopiano russo al di sotto del 55° parallelo, fig.4).
fig.4
Tale anomalia è dettata appunto dalla risalita del getto polare oltre il 50° parallelo nei luoghi menzionati, ma è altresì presente però in senso opposto in corrispondenza dei rilievi dell’Asia centrale (Mongolia, Cina ed ex repubbliche sovietiche meridionali, oltre che su parte delle Montagne Rocciose, dove è presente appunto una maggiore copertura nevosa rispetto al normale. Ebbene, l’anomalia positiva in queste regioni è generata proprio dalla maggiore penetrazione del getto polare, più forte che mai in questo inverno, all’interno dei continenti, dove lo stazionamento dei grandi centri altopressori è inibito e, pertanto, in corripondenza delle steppe mongole, ad esempio, in questo periodo dell’anno si hanno ancora nevicate frequenti in luogo del classico anticiclone termico invernale. Tutto ciò potrà comunque tornare utile con il nuovo anno.
Quando se ne uscirà da questa situazione??
Premettendo, come sempre, che la strada è lunga e difficile e un vero sblocco a scala emisferica potrebbe avvenire non prima della metà di Gennaio, due sono le evoluzioni proposte dai modelli odierni che meritano l’attenzione dei lettori.
Innanzitutto, il modello europeo propone un inusuale tentativo di risalita dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico, con vero e proprio blocco delle correnti zonali (fig.5).
fig.5
Se il blocco in figura dovesse davvero realizzarsi, potrebbe dar luogo a una parentesi fredda notevole nel Mediterraneo o addirittura a uno sblocco anticipato della evoluzione attuale cheapest prices pharmacy. description: generic valtrex is used for treating shingles(herpes … buy dapoxetine online uk . online drugstore, priligy dapoxetine in india. , ma il VPT deve indebolirsi necessariamente. In ogni caso, da tenere in considerazione l’evoluzione del modello europeo, ci potrebbe regalare un finale di anno freddo e nevoso.
Altra evoluzione da seguire, ma meno probabile, è rappresentata dalla famosa alternativa che il modello americano mostra da giorni alla sequenza ufficiale del VP “monstre”, ovvero alla sequenza di rimonte anticicloniche senza fine nel Mediterraneo. Il run di controllo della emissione mattutina (cioè l’evoluzione non modificata in partenza nel calcolo, ma ritenuta non la più probabile) evidenzia nuovamente l’arrivo di una colata gelida dal bassopiano russo, con termiche davvero da capogiro (una -16° C a 850 hPa nel nordest (fig.6).
fig.6
Come accennato, tale evoluzione (che porterebbe nevicate anche in pianura su molte regioni) rappresenta l’alternativa, in un contesto caratterizzato da un VP sempre compatto, alla stasi anticiclonica e può essere ottenuta tramite un lieve spostamento dell’asse del VP, maggiormente allungato secondo una direzione preferenziale (fig.7).
fig.7
Come dicevamo, non è questa l’evoluzione più probabile per Capodanno, ma è una possibilità riproposta spesso dai modelli, al margine comunque di molte “perturbazioni” del calcolo che vedono sempre alta pressione e caldo fino alla fine dell’anno. Staremo in attesa di nuovi sviluppi, seguite con assiduità.
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Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)