Ambiente, territorio & dissesti — 24 Settembre 2013

TERRA SEMPRE PIU’ A RISCHIO? – La catastrofe climatica è sempre più incombente: così si potrebbe sintetizzare il contenuto del Quinto Rapporto IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change), che sarà reso noto il 27 settembre. Le anticipazioni uscite indicano profezie davvero allarmanti, in quanto si avrebbero davanti a noi solo 10 anni per mettere al sicuro la Terra. Considerando che solo nel 2020 dovrebbe entrare in vigore un accordo globale per un taglio delle emissioni dei gas serra, l’impresa a questo punto sarebbe impossibile o quasi. Il testo completo del Quinto Rapporto IPCC è composto da ben 2200 pagine, scritte in oltre 6 anni di lavoro da parte di un team di oltre 1500 esperti, ed è ora al vaglio dei governi, ma le notizie trapelate confermano numeri davvero impietosi: l’attività umana è al 95% indicata come la prima causa del galoppante riscaldamento globale.

QUATTRO SCENARI – Nel più drammatico dei quattro scenari ipotizzati sul clima dei prossimi decenni, fino alla fine del secolo, secondo la media delle previsioni il livello dei mari salirebbe di 62 centimetri e la temperatura andrebbe ad aumentare di 3,7 gradi rispetto al periodo 1986 – 2005: un aumento davvero folle, che rappresenterebbe il disastro paventato dalla Banca Mondiale in un rapporto che era stato reso noto a novembre del 2012. Se dovesse invece verificarsi lo scenario migliore, i mari aumenterebbero il loro livello di 24 centimetri e la temperatura aumenterà “solo” di un grado rispetto al periodo 1986 – 2005, mantenendosi entro così il limite di relativa sicurezza dei 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale, una soglia ritenuta da non superare per limitare i danni. Solo se imbocca una strada di contrasto al cambiamento climatico si può imboccare lo scenario migliore.

TAGLIO ALLE EMISSIONI – L’IPCC sottolinea il ruolo dell’anidride carbonica (CO2) in atmosfera, che ha di recente oltrepassato le 400 parti per milione e continua l’incremento al ritmo di 2 parti abbondanti per anno. Per sperare che l’andamento del clima possa risultare in linea con lo scenario più favorevole (minore riscaldamento), si dovrebbe restare da qui a fine secolo entro un tetto di 421 parti per milione di CO2 in atmosfera. Obiettivo che potrebbe raggiungersi solo con un severo taglio delle emissioni e all’uso di combustibili fossili come carbone e petrolio. Se si considera che il vertice del 2009 di Copenaghen ha prodotto risultati piuttosto insoddisfacenti (la CO2 sta comunque crescendo del 2% all’anno), sembra molto difficile poter raggiungere un buon accordo globale che porti alla vera svolta. Necessario sarebbe tra l’altro anche bloccare la deforestazione, che attualmente incide su una quota dell’11% delle emissioni.

RISCALDAMENTO RALLENTA, COME MAI? – Nonostante gli scenari tremendi sul clima a cui stiamo andando incontro, risulta confermata una relativa frenata del Global Warming, che negli ultimi 15 anni ha fatto registrare un incremento di meno di 0,05°C a decennio, in calo rispetto al ritmo precedente (in particolare l’aumento di quasi 0,2°C registrato tra il 1970 ed il 1998). Non viene comunque considerato come un cambio di tendenza, infatti le cause sarebbero diverse, fra le quali anche il ruolo del sole e degli oceani. Non vi sarebbero comunque elementi sufficienti per smentire gli scenari verso il riscaldamento a cui si va incontro nei prossimi decenni, in proporzione con l’incremento dell’anidride carbonica. Riguardo questo Quinto Rapporto sul Clima, non mancano polemiche e tesi persino contrastanti. Chi avrà ragione? Qui sono evidenziati i possibili errori dell’IPCC, di cui abbiamo recentemente parlato.
Fonte: Meteogiornale.it29308_1_1

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