Editoriali — 22 Ottobre 2016

22-10-2016 – Salve a tutti, appuntamento imprescindibile in questi giorni con l’editoriale serale, alla luce dei peculiari risvolti che i modelli ipotizzano per il prosieguo dell’autunno e, più in generale, per la stagione invernale. Occorre precisare come, in questa sede, non si voglia fornire alcuna certezza in merito, ma semplicemente alcune chiavi di lettura per il prosieguo della stagione autunnale e, se possibile, alcune indicazioni di carattere assolutamente generale per i mesi invernali.

Proprio i modelli odierni, sebbene a fasi alterne, confermano le ipotesi formulate ieri nell’editoriale di ampio respiro, a cui si rimanda per altri dettagli.

Emissione “esplosiva” quindi del modello americano, questa mattina, che propone una discesa fredda artica molto cruda per il periodo nel Mediterraneo e un VP estremamente sensibile agli attacchi delle onde altopressorie emisferiche.

Ecco i principali passaggi:

1) Già a fine mese, secondo tutte le ultime emissioni del modello americano (ora anche europeo), in Atlantico la spinta azzorriana riesce a scindere in due lobi il VP in questo settore si emisfero, un lobo resta in Canada e un altro si isola proprio sull’Europa (fig.1)

fig.1

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Da sottolineare in fig.1, l’affermazione tra artico russo e bassopiano siberiano, di due distinte figure altopressorie. La prima deriva direttamente dall’intrusione azzorriana (wave 2) verso nord ed è di tipo dinamica (Ad), favorita dalla presenza di anomalie termiche positive nell’artico russo (fig.2), la seconda è rappresentata dal primo abbozzo dell’anticiclone termico siberiano ed è, appunto, di tipo termico (At), favorita dalla presenza (alquanto precoce) di temperature molto basse sul suolo innevato del continente asiatico (ecco perchè è importante lo snow cover).

Tale disposizione, almeno per questa emissione, ben si accorda con la previsione del prof. Cohen esposta ieri (ved.editoriale), all’interno della quale le due figure altopressorie enfatizzerebbero l’indebolimento del VP, rallentando la velocità del getto polare in questo settore di emisfero (fig.2).

fig.2

gfs_t2ma_nhem_21 Lo schema in fig.2 è, effettivamente, un po’ confuso, ma sostanzialmente sottolinea come la presenza di due anticicloni alle alte latitudini (che ne formerebbero uno ibrido unendosi), andrebbe a smembrare la struttura del VP in troposfera, suddividendolo in più  lobi.

2) Una volta che tale assetto si è formato, può partire l’inevitabile colata artica verso il Mediterraneo, con arrivo di un’ondata di freddo e nevicate a basse quote fuori stagione nelle regioni centrosettentrionali italiane a inizio Novembre (fig.3).

fig.3

 

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In tale frangente, le temperature sarebbero davvero basse per il periodo, con valori intorno -5° C al nord a 850 hPa (1400 m), fig.4.

fig.4

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Sempre secondo l’ultima emissione del modello americano, il VP non si riprenderebbe più da tale crisi, restando piuttosto disunito e con il getto polare nel comparto europeo debole e piuttosto basso di latitudine (fig.5).

fig.5

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Insomma, modelli che si allineano esattamente secondo le previsioni formulate (anche quello europeo è simile nel medio termine).

Questo per quanto riguarda la troposfera; cosa dice quindi la stratosfera, così lontana (oltre i 12 km di quota) ma così incisiva nell’influenzare le sorti del tempo alle quote inferiori negli ultimi anni??

Ebbene, anche alle quote più alte, almeno per ora, sono visibili dei cambiamenti. Le previsioni alle 240 h evidenziano addirittura la possibilità di una  bilobazione del nucleo del VPS alla quota diagnostica di 10 hPa (30 km) in propagazione ai piani inferiori (fig.6).

fig.6

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Insomma, la struttura del VPS non è più forte a tutte le quote come accaduto lo scorso anno e, se le cose dovessero andare come descritto in questo editoriale, Novembre potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti della stagione invernale.

L’ulteriore instabilizzazione del VP a fine Ottobre, potrebbe infatti aumentare ulteriormente le anomalie positive dell’innevamento del settore asiatico, al momento ben evidenti (fig.7).

fig.7

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A sua volta quindi, i disturbi descritti, arrecati al VP in un momento decisivo della sua formazione, potrebbero quindi porre le basi per una stagione invernale dinamica e ricca di episodi freddi e perturbati.

Ciao ciao

Ilario Larosa (meteogeo)

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