Le incertezze di questa terza decade, già segnalate, sono associate all’area depressionaria iberico-mediterranea tuttora presente e in stato di semi-stagnazione, ma non solo.
Di fatto l’affondo dei giorni scorsi è maturato, oltre il previsto, in un’area ciclonica dinamica piuttosto stazionaria e poco propensa ad estensioni verso levante, delineando un tempo, alla fine, poco evolutivo e meno perturbato di quanto avrebbe potuto essere nel caso di maturazione del sistema verso est.
La vorticizzazione della stessa area ciclonica, con moderata e frenante rimonta sub-tropicale mediterranea, ha confinato il flusso perturbato ad occidente, rendendolo attivo sino al limite delle regioni nord-occidentali. Una evoluzione di questo tipo non è infrequente e finisce, piuttosto che in progressione ciclonica verso levante, in retrogressione e riaggangio da parte del flusso oceanico.
Ad inizio fine settimana il medesimo esteso polo freddo non mancherà, comunque, con la rotazione antioraria del suo asse, di lambire, oltre al nord ovest, anche il tirreno centro-settentrionale ma, alla fine, forzato verso occidente, sarà costretto a fare spazio ad un’azione di segno opposto e di matrice fresca settentrionale. La nuova azione suddetta, ancorata agli effetti dell’anticiclone sull’europa nord-occidentale, senza avere la possibilità, come detto, di agganciare la depressione iberica, avrà, comunque, strada verso sud o meridione, e, forse, la possibilità di interessare, almeno in parte, i settori adriatici ed il sud italia.
Il disegno si riferisce alla situazione in quota prevista nel corso del fine settimana e mostra la simbologia indicante le due azioni opposte e successive descritte…