riportiamo da meteolive
Conclusa la fase fredda, nuova offensiva delle correnti instabili oceaniche; appuntamento fissato al prossimo weekend.
Questo mese di marzo 2018, sembra ormai avviato verso una deriva instabile che, con tutta probabilità, verrà mantenuta sino alla fine del mese. Queste ultime settimane sono state scandite dal frenetico avvicendarsi di figure depressionarie dalle caratteristiche profondamente diverse le une alle altre e adesso, giunti ormai prossimi all’equinozio di primavera, quasi a volersi beffeggiare della bella stagione, l’Italia verrà raggiunta da una colata d’aria molto fredda che riporterà la colonnina di mercurio diversi gradi sotto lo zero.
In questo redazionale speciale, gli occhi vengono però rivolti all’evoluzione preannunciata nel periodo successivo e nella fattispecie alla nuova fase di instabilità oceanica preventivata dai modelli entro il prossimo fine settimana (sabato 24, domenica 25). Ebbene i modelli già da un paio di giorni mettono in luce una azione instabile di tipo nord-atlantico, cioè in grado di mettere in gioco aria fredda di origine polare-marittima.
Queste masse d’aria, prima di sopraggiungere il nostro continente, attraversano una lunga porzione di oceano e giungono sul Mediterraneo ormai private dei valori di gelo originari ma arricchite in umidità che agevola la formazione di frequenti annuvolamenti associati ad instabilità, se non di vere e proprie perturbazioni.
Ebbene negli aggiornamenti odierni, i principali modelli a nostra disposizione CONFERMANO una nuova confroffensiva di tipo instabile, nella quale una figura di BASSA pressione riuscirebbe a penetrare sul Mediterraneo centro-occidentale attraverso il Golfo di Biscaglia e la Valle del Rodano.
In tal modo le regioni settentrionali ed i versanti tirrenici tornerebbero a sperimentare proprio in concomitanza col prossimo weekend, una nuova parentesi di tempo PERTURBATO.
Quante sono le probabilità di successo di una tale previsione?
Moderate ma non elevate. Alcune soluzioni deterministiche propongono una linea evolutiva di stampo differente, nella quale il nuovo impulso perturbato nord atlantico sprofonderebbe rapidamente verso la Sardegna e le regioni meridionali. Sè così fosse, vi sarebbe un “salto” delle regioni settentrionali, i maggiori effetti sarebbero ancora concentrati sul meridione e le due isole maggiori. Trattasi della cosiddetta ipotesi del “minimo basso”.
Al momento questa soluzione appare recessiva ma tuttavia non può essere ancora esclusa a priori.