Sperare nella tipica variabilità primaverile, che alterna fasi stabili botticelliane a fasi piovose, è lecito e doveroso. Purtroppo occorre ancora fare i conti con un sub-tropicale fin troppo invadente e che, dopo aver disegnato un inverno povero di precipitazioni e fatto di alcuni afflussi freddi eccessivamente confinati su balcani ed egeo, continua a dettare le linee del tempo anche nell’attuale contesto, seppur nettamente zonale. In generale siamo in linea con la stagione, con l’eccezione, appunto e però, che mancano le franche perturbazioni atlantiche. Anche l’azione di una saccatura di matrice occidentale e destinata al mediterraneo in settimana, per quanto foriera di un possibile peggioramento sul nord o sul centro-nord, appare piuttosto complicata. E, da questo punto di vista, non è casuale che il suo destino possa essere quello di una frammentazione con evoluzione a residuale cut-off della sua parte meridionale sul nord africa. Di fatto per osservare qualcosa che dal punto di vista del dinamismo e della variabilità sia ben più interessante, occorre andare oltre la decade e verso la metà del mese. Ma lo si sa, più ci si allontana nel futuro e più i forecast indicati dai modelli perdono di affidabilità o in percentuale probabilistica. Questo lo dico onde evitare il solito equivoco in cui molti cadono per effetto del fatto che male interpretano sia la modellistica di medio e lungo termine e sia l’intento di quelli che, come il sottoscritto, la modellistica la esaminano e la discutono, senza utilizzarla per fare la benché minima previsione. La modellistica è, infatti, non frutto della sfera di cristallo, ma frutto di calcoli fisico-matematici dal valore assolutamente scientifico, che dettano linee generali, che servono a dare indicazioni di massima, e che valgono come analisi in continua evoluzione. Detto questo e tornando a quanto ci è consentito di esaminare, notiamo che una configurazione, favorevole ad una maggiore variabilità e di matrice nord-atlantica, potrebbe iniziare a caratterizzare il tempo a partire da inizio seconda decade. Il disegno, con le linee rossa e blu che vogliono inquadrare la differenza tra la configurazione di metà settimana e quella a 10 giorni, mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 12-13, ed individua la possibilità di pulsazioni polari nord-oceaniche successive, aventi come obiettivo, quanto meno, il mediterraneo centrale…
Pierangelo Perelli