La situazione piovosa che da qualche tempo governa il tempo mediterraneo presenta aspetti di straordinario valore didattico che meritano di essere esaminati. La medesima situazione, infatti, si configura con il profilo della saccature atlantiche dinamiche e plastiche che, frenate o bloccate a levante, diventano le tipiche rossby stazionarie associate ad ondulazione secondaria ciclogenetica/frontogenetica persistente e stazionaria. Il classico treno delle ondulazioni secondarie che caratterizza le rossby lungo la loro ritornante in questo caso si caratterizza in un flusso meridionale sud/nord, assai produttivo giacché associato ad un significativo nastro trasportatore caldo-umido (warm conveyor belt) lungo la direzione suddetta. La pulsazione, associata al grande flusso in quota (frecce blu piccole) che descrive l’ansa negativa e determinata dagli impulsi di aria fredda in quota che si susseguono, produce nuove ondulazioni o assi di saccatura secondari in movimento lungo il flusso nord/sud (frecce grandi blu orientate dall’alto verso il basso). I relativi affondi in mediterraneo sud-occidentale propagano, quindi, le medesime ondulazioni lungo l’ansa del flusso in quota (level guide) trasformandole, per ragioni termiche e dinamiche (divergenza in quota e convergenza al suolo), in circolazioni depressionarie (linee bianche delle isobare che delineano le medesime depressioni). Nel contesto di dette circolazioni trova naturalmente spazio la corrispondente frontogenesi che, date le discontinuità termiche associate, si traduce nella formazione del classico treno di perturbazioni con fronti caldi e fronti freddi intrinsicamente collegati alle descritte circolazioni depressionarie, orientati in senso meridiano e, con la maturazione delle medesime depressioni, tendenti ad occlusione (linee colorate più sottili, blu, rosse e viola). Le stesse depressioni, prima in forma di depressioni in formazione o di semplici ondulazioni, diventano tali e vanno in maturazione/approfondimento in corrispondenza del punto di rotazione delle correnti in quota della saccatura e dove le ragioni della vorticità imprimono, a dette correnti, la rotazione della direzione in senso antiorario, fino a disporle da sud-ovest o da sud. Il passo successivo è, quindi, la risalita delle stesse circolazioni e degli stessi fronti lungo il flusso meridionale, fino al loro invecchiamento e riassorbimento alle latitudini della media europa centrale (frecce grandi blu orientate dal basso verso l’alto). Una situazione bloccata o semi-bloccata come la descritta è, evidentemente, destinata a risultare durevole e persistente, anche se, finalmente, le possibilità di un prossimo futuro cambio circolatorio dettato da un certo aumento barico da est, da un ridimensionamento della estesa barriera anticiclonica orientale, da uno spostamento della saccatura verso ovest e da un ridimensionamento anche del promontorio azzorriano, si cominciano ad intravedere (figura dell’evoluzione successiva)…
Pierangelo Perelli