Da qui a metà mese circa il tempo vedrà il dominio di un quadro moderatamente ciclonico e di matrice mediterranea. L’atlantico ci ha provato ma, ancora una volta, la sua azione è andata impantanandosi nelle maglie di un sub-tropicale deciso a continuare a sbarrargli la strada. Tutto questo rende l’autunno assai meno piovoso di quanto sarebbe auspicabile, o lo rende meno ancorato al tempo che viene dall’oceano. Una saccatura atlantica che diventa circolazione ciclonica mediterranea bloccata implica che il grande flusso ondulato occidentale viaggia o è costretto a viaggiare oltralpe, risultando influente in modo diretto solo a tratti. Il che non significa che non si possa avere un tempo instabile e piovoso, ma, evidentemente, non associato al classico treno delle perturbazioni che entrano franche dalla porta della spagna. In casi del genere l’evoluzione è lenta ed i destini del tempo sulle varie zone italiche sono ancorati al comportamento della stessa area depressionaria incastonata, sempre molto imprevedibile, sia nei movimenti che nel modo di attivarsi o indebolirsi. Infatti non è escluso che nel corso dei giorni detta circolazione, più o meno il più spesso disposta tra africa, sardegna e baleari, possa avvertire gli effetti di qualche richiamo da parte del flusso occidentale che viaggia all’altezza delle latitudini medie del continente, e possa, pertanto, presentare temporanei spostamenti verso est e oscillazioni della sua intensità e della sua influenza. In linea generale, tuttavia, si può affermare, alla luce delle proiezioni attuali, che possano essere le regioni del centro-sud e la sardegna a subirne gli effetti negativi più significativi. Il grecale appena appena fresco ma non troppo sul centro-nord e lo scirocco al sud sono una delle espressioni più classiche di tali situazioni e testimoniano il perfetto flusso antiorario che ruota intorno alla depressione. Il disegno, che identifica la situazione generale prevista intorno ai giorni 13/14, presenta detta circolazione negativa ancora presente, seppur indebolita e più confinata a sud-ovest, in mediterraneo, e presenta ancora la perfetta fisionomia bloccata di una circolazione ciclonica imbrigliata a tenaglia tra il promontorio anticiclonico oceanico e, in parte, quello di matrice afro-mediterranea. Si può vedere anche come l’aria fredda associata alle sbuffate del nord-atlantico risulti piuttosto lontana, in fuga sull’europa dell’est, e non trovi sbocchi apprezzabili retrogradi, nonostante l’invitante presenza del potenziale richiamo della depressione. Nulla esclude la possibilità di temporanee aperture in grado di rendere il grecale sul nord-italia un pò più fresco, ma nulla di più. E nulla di più perché la dinamica vede la porta del freddo sostanzialmente chiusa e, semmai, specialmente al sud, aperta a richiami di segno sciroccale. Sul freddo è, invece, da valutare l’evoluzione successiva a questa fase, inquadrabile ad inizio seconda metà del mese, e che vede assumere sempre più importanza l’anticiclone oceanico, deciso a bloccare ancora di più l’atlantico e a salire di latitudine (freccia rossa semi-trasparente). Ma per fare le relative valutazioni è ancora troppo presto…
Pierangelo Perelli