L’atlantico che ci prova può dare alla metà del mese il senso di una stagione estiva meno splendente e più instabile. In questo modo il tanto precedentemente enfatizzato guasto del ferragosto e del dopo ferragosto, poi quasi annullato sotto il peso di revisioni nel segno dell’africano, ci sarà. Non ci sarà, è pur vero, nella forma di qualcosa di esteso o generalizzato, e si limiterà al nord o al centro-nord, ma, in qualche modo, ci sarà. La mossa che spinge lo stesso atlantico verso l’europa e parte del mediterraneo è un rinnovato forcing occidentale capace di tenere a bada, almeno per qualche tempo, stabili rimonte del sub-tropicale e di dare, alla configurazione euro-oceanica, il senso di un quadro a componente ovest-est fatta di onde cicloniche successive in moto alle latitudini dell’europa centrale. Il che significa che le stesse onde non saranno in grado di affondare troppo, ma saranno comunque in grado di apportare motivi di variabilità e di destabilizzazioni sull’italia centro-settentrionale. La prima onda, la imminente proprio del ferragosto e che precede quella dei giorni 18/19, appare quella, tra le due, meno incisiva ma, di certo e come detto, anch’essa non mancherà di determinare, seppur in maniera sparsa, vivacizzazioni di instabilità e un contesto di netta variabilità. Ben più interessante si mostra la saccatura prevista a metà settimana, ancora da definire nelle sue possibilità di affondo ma, certamente, da seguire giacché caratterizzata, nella sua evoluzione, dalla fisionomia e dal profilo delle saccature ampie ed associate a significativi forcing meridiani. E’ pur vero che, promettente nella sua fase di maturazione e di approdo sulle coste occidentali del continente, potrebbe poi indebolirsi ed essere deviata verso nord-est, ma non è affatto detto che non possa, viceversa, attraversare il nostro centro-nord con la forma di una sfuriata temporalesca associata, più o meno, alla classica dinamica frontogenetica dell’anafronte freddo. Se osserviamo il disegno della situazione prevista in quota intorno ai giorni 17/18 possiamo ben vedere l’affondo a sacca ben marcata e stretta che cerca di farsi largo nelle maglie del sub-tropicale e di guadagnare il mediterraneo preceduta da correnti meridionali e da un’onda anticiclonica relativamente frenante. In una siffatta situazione il getto si distribuisce in un’ansa che segue il profilo della medesima saccatura (vedi jet stream rappresentato dalle frecce più grandi) e che rimonta da sud-ovest parallelamente all’asse di saccatura ed al relativo fronte freddo, determinando persino minacciosi quadri di velocizzazioni od accelerazioni forieri di divergenza in quota e di forti moti convettivi. Da qui a dire che avremo chissà quale peggioramento, naturalmente, ce ne corre, e vedremo. Di certo, al netto della possibilità, per come già detto, che il tutto si diluisca, non possiamo escludere il passaggio sul centro-nord dell’azione di un flusso sud-occidentale attivo e capace di un, seppur temporaneo, guasto di tutto rispetto…
Pierangelo Perelli