Il 26 Dicembre del 1996 il Burian raggiungeva l’Italia, dilagando dapprima al Centornord, poi anche al Sud. Ripercorriamo le fasi salienti di quella emozionante fase invernale di fine 1996, che portò diverse nevicate sulla nostra Penisola, con veri e propri blizzard sulle adriatiche:
Gelo in marcia verso l’Europa centrale – L’alta pressione continentale russa cominciò a scalpitare nelperiodo natalizio, in marcia verso sud-ovest, creando un ponte con l’anticiclone atlantico. Ecco che l’aria fredda che nei giorni precedenti si era depositata sulle pianure dell’Europa orientale cominciò a mettersi in cammino verso ovest, raggiungendo prima la Germania e l’Austria, poi la Francia, zone su cui ben presto cominciano a cadere i primi fiocchi di neve.
Depressione sulla Spagna, maltempo al centro-Sud – Contemporaneamente l’abbassamento di latitudine dell’anticiclone freddo favorì lo spostamento verso sud-est della depressione che nei giorni precedenti era ferma sulla Spagna, portando un’accentuazione del maltempo al Centro-Sud, prima sul Tirreno, poi sull’Adriatico. Le temperature, seppur lievemente, cominciano a scendere anche sull’Italia, con la neve che imbiancò l’Appennino settentrionale fino a 1000m.
Gelo sull’Europa, neve in pianura sul Medio Adriatico – Ma è tra il 26 e il 28 dicembre che l’alta pressione russa prese vigore, conquistando tutta l’Europa, con valori pressori prossimi ai 1045 hPa. L’aria fredda invase tutto il vecchio Continente, a partire dalle nazioni orientali, i termometri anche sull’Italia scesero bruscamente ad iniziare dal Triveneto dal pomeriggio del 26 dicembre. Il 27 dicembre tre quarti dell’Italia fu sotto zero, ma mentre al nord i cieli furono sereni e tersi, sul medio Adriatico ed al sud la neve scese copiosa fin sulle coste, con qualche breve apparizione anche sul versante tirrenico. Sulle interne adriatiche il manto bianco arrivò a superare anche il metro in collina.
Aria gelida pellicolare: giornata di ghiaccio al Nord – Al nord si toccarono al mattino i -15° in pianura padana, mentre di giorno difficilmente i termometri riuscirono a superare la soglia degli 0°. Da notare come l’aria fu particolarmente fredda alle quote medio-basse dell’atmosfera (tra il suolo e i 2000mt di quota), mentre in alta quota i valori non presentino nessuna eccezionalità: a 500 hPa (5400m circa) del 27 dicembre si sfiorarono solo i -30°. Pensate che nell’85 si toccarono persino i -42°, nel 2001 i -40° (con l’irruzione siberiana del 13 dicembre). E tutto è spiegato con il fatto che la caratteristica dell’aria fredda continentale siberiana è proprio quella di essere particolarmente fredda negli strati medio-bassi, provenendo da zone pianeggianti in cui il freddo si accumula giorno dopo giorno proprio in pianura, a causa della compressione dell’aria esercitata dalla pressione eccezionalmente elevata.
Perturbazione in arrivo dalla Spagna, neve su tutto il Nord – Tra il 28 e il 29 dicembre l’ondata di freddo raggiunse la sua massima intensità, con valori di temperature di -13° a 1500 m sull’estremo nordest, ma con un’isoterma di -9° che sfiora anche il Lazio. Contemporaneamente sull’Europa occidentale cominciò a formarsi una nuova saccatura atlantica, che nei giorni successivi avanzò verso l’Italia. Tra il 29 e il 31 dicembre lasaccatura sulla Spagna avanzò verso l’Italia, preceduta da correnti temperate e umide mediterranee che scorrendo sul cuscinetto di aria fredda preesistente determinano la genesi di un fronte caldo, apportatore di nevicate su tutte le pianure del Nord e in una prima fase anche sulla Toscana.
Neve a Capodanno sulla Val Padana – Ma sarà con l’arrivo del fronte freddo del 31 dicembre che la pianura padana si ritrovò sotto 30/40cm di manto bianco al risveglio dell’anno nuovo. Una notte che molti di voi si ricorderanno certamente. Al centro-sud invece l’aria calda ha ormai scalzato quella fredda e la precipitazioni, anche sotto forma di rovescio o temporale, risultano piovose fino a quote medie.
Fonte: 3bmeteo.com