Climatologia — 30 Settembre 2015

Quando raccomandiamo ai nostri lettori di interpretare le informazioni meteorologiche partendo dal presupposto che le previsioni a media e lunga scadenza non possono fornire adeguato dettaglio per inquadrare eventuali fenomeni a scala locale, sottintendiamo quello che il celebre meteorologo Guido Caroselli spiega doviziosamente nel video proposto in calce a questo articolo.

Il Mediterraneo è capace di costruire depressioni, che sfuggono anche alle maglie d’indagine dei modelli di simulazione“. Siamo nell’ambito dei tanto “amati” cicloni mediterranei. dalla semplice depressione al vortice dalla struttura tropicale. E chiaramente una depressione in più, in meno o in collocazioni geografiche leggermente diverse da quanto simulato sulla carta, costituisce una complicazione nella nostra previsioni, una modifica anche sostanziale dei fenomeni da inquadrare.

Non è quindi per capriccio, per eccessivo formalismo o per mancanza di mezzi e competenze, ma la descrizione dei fenomeni meteorologici, soprattutto quando questi ultimi propongono scenari di potenziale maltempo, richiede una accurata proporzione tra la distanza temporale dall’evento e l’area sottoposta a previsione. In altre parole, più la prognosi è lontana nel tempo e più l’area di lavoro nella previsione deve essere vasta, dunque minore sarà il dettaglio dei relativi fenomeni. A media e lunga scadenza pertanto non è possibile prevedere, ad esempio, temporali ne tanto meno fenomeni estremi a scala locale, come le alluvioni lampo.

Oltre a ciò, occorre considerare che quando si prevedono eventi estremi, il compito diventa ancor più delicato. Questo anche perchè la modellistica numerica mal si presta ad inquadrare fenomeni al di fuori di un certo range, sia dal punto di vista fisico, sia da quello statistico. La citata sequenza dell’indimenticabile trasmissione RAI “Che Tempo Fa“, dimostra come la formazione di una piccola depressione sul Mediterraneo (notate nessuno parla di “ciclone”) costringe a rielaborare la previsione anche a poche ore di distanza.

Insomma, cari lettori, facciamo tesoro di questi insegnamenti, perchè  un buon previsore non basta, occorre soprattutto una corretta interpretazione.

 

 

 

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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