Non c’è bisogno di strumentazioni particolarmente sofisticate, la nostra pelle già ci dice tutto sul clima incredibilmente mite che stiamo vivendo. Dopo ottobre, anche novembre si appresta ad entrare appieno tra i mesi più caldi degli ultimi decenni. Un blocco anticiclonico particolarmente coriaceo che insiste da settimane sulla Russia europea, è la pietra dello scandalo, che blocca l’asse delle depressioni atlantiche sui settori più occidentali dell’Europa.
Da qui il persistente flusso meridionale che investe l’Italia provenendo dall’interno del nord Africa, Aria calda dopo altra aria calda ed ecco che il nostro autunno assume un volto certamente innaturale. Ovviamente tra noi e l’Africa c’è il mare, pertanto queste correnti oltre che miti, divengono anche umide. Da qui i frequenti periodi piovosi che tutti noi abbiamo sperimentato.
Quando cambierà questa situazione? Fatta eccezione per qualche scenario isolato che emerge dalle ultime elaborazioni numeriche, tutto il resto non mostra evidenti segnali di cambiamento. Da notare comunque la tendenza verso un minor tiraggio da parte delle correnti meridionali miti nella prima settimana di dicembre, quando l’aria sul nostro Paese si farà dunque un po’ più freddina, ma con valori che a stento rientreranno nella media.
Chiudiamo con una curiosità: osservate la mappa riprodotta qui sopra. Si riferisce alla corsa operativa e quella di controllo sfornate dal modello americano GFS, l’unico che paventa un ribaltone climatico nel corso della prima settimana di dicembre, con una importante irruzione di aria fredda continentale e temperature pronte a scendere sotto media par una manciata di giorni. Ve lo facciamo notare solo per notizia, ben sapendo che la probabilità che ciò si verifichi rimane certamente ancora remota.
Luca Angelini