29 anni dopo il disastro della centrale nucleare, Focus è andato a Chernobyl per vedere il sarcofago: una gigantesca “coperta”, per ora costruita accanto alla centrale, ma che verrà poi spostata per nascondere il reattore distrutto dall’esplosione. Ci proteggerà “solo” per 100 anni. Ecco com’è stata costruita.
È il tempo dei superlativi: tutto è molto più che grande, tutto è il più grande, come il Sarcofago, la più grande struttura mobile mai costruita dall’uomo. È anche il secolo delle “prime volte” che celebrano l’ingegno e la tecnologia: ci sono Marte e Curiosity, Rosetta e la Cometa, il Giglio e la Concordia, l’LHC e la Particella di Dio.
Oggi è il turno di Chernobyl e della gigantesca opera di ingegneria per stendere una seconda, pietosa coperta di cemento – il nuovo sarcofago, appunto – sul più grave incidente nucleare della storia, provocato da errori e superficialità: l’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare quasi al confine tra Ucraina e Russia – tutta Unione Sovietica all’epoca dei fatti. Era il 26 aprile 1986.
un’ora di macchina da Kiev sorge un’immensa opera d’acciaio, il New Safe Confinement (NSC): l’enorme costruzione svetta a 180 metri circa dal reattore numero quattro di Chernobyl, esploso il 26 aprile 1986 in seguito a una disgraziata serie di errori operativi che hanno infine causato il contatto dell’idrogeno e della grafite incandescente delle barre di controllo del reattore stesso con l’aria. Questo ha innescato l’esplosione che provocò lo scoperchiamento dell’edificio. [La storia del disastro di Chernobyl]
La nube dei detriti polverizzati, radioattiva, fuoriuscì producendo l’immediata, pesante contaminazione delle aree immediatamente circostanti (Pripyat e Chernobyl, più o meno equidistanti dalla centrale) e di un’area estesa diversi chilometri, ancora oggi quasi del tutto disabitata e definita Chernobyl Exclusion Zone. Poi, spinta dai venti, viaggiò in Europa e arrivò a sfiorare la costa orientale degli Stati Uniti.