Non si finisce mai di imparare. Le piogge acide a base di azoto, purché in quantità non eccessive, giovano alla vegetazione delle foreste.
A dircelo è uno studio pubblicato su Nature. E’ il risultato di uno studio di esperti europei che hanno lavorato per tre anni al “respiro” della vegetazione.
Secondo questo studio l’assorbimento di anidride carbonica da parte delle foreste è influenzato in maniera importante dalle attività dell’uomo. Le foreste, assorbendo anidride, sono un nostro fedele alleato contro il riscaldamento globale.
Ebbene: si è scoperto che il “nostro” inquinamento può anche essere utile e tutto si sposta sulla presenza in atmosfera dei composti dell’azoto, prodotto da emissioni industriali, di veicoli o da agricoltura .
Secondo il Prof. Mariani, uno dei ricercatori, per ogni chilogrammo di azoto che piove sulle foreste come risultato ultimo dell’inquinamento, circa 400 chilogrammi di carbonio in più vengono sequestrati dall’ecosistema.
Dunque si tratterebbe di un fenomeno compensativo? Probabile ma non per questo le emissioni di azoto vanno incentivate.
L’effetto fertilizzante dell’azoto intensifica l’attività fotosintetica delle piante, che così catturano dall’atmosfera una maggiore quantità di anidride carbonica.
Certo imbottire le piante di azoto finirebbe solo per farle ammalare, sarebbe come assumere una scatola intera di un medicinale in un’unica soluzione per combattere una patologia.
Qual è dunque la soglia limite oltre la quale gli alberi si ammalano? Un altro lavoro è in fase di completamento e ce lo svelerà presto.