24-09-2015 – Salve a tutti; ancora tempo molto instabile in alcune regioni italiane, il vortice ciclonico giunto ieri nelle regioni italiane è ora in azione in Adriatico e nel Tirreno meridionale, come previsto, con frequenti rovesci e addirittura nevicate in Appennino in corrispondenza delle cime più elevate dei massicci delle regioni centrali oltre i 2000-2200 m, come annunciato nel precedente editoriale (fig.1).
fig.1
Le temperature sono scese infatti di molti gradi su tutte le regioni, con minime in qualche caso a una cifra al nord. Nel pomeriggio i valori più bassi si registravano nelle località colpite dai rovesci e temporali (fig.2).
fig.2
Nel contesto europeo la penetrazione da parate dell’aria fredda nel Mediterraneo è ben evidente, inserita tra due figure altopressorie di blocco (fig.3).
fig.3
A questo punto, nel presente editoriale, risulta opportuno analizzare l’evoluzione meteorologica dei prossimi giorni nello scacchiere europeo e Mediterraneo. Sta suscitando molto interesse infatti, la genesi di una colata artica continentale a caratteristiche spiccatamente invernali, proveniente dalle coste artiche russe, che sembra possa prendere le mosse nei primi giorni della prossima settimana, alla fine del mese. La base di partenza per tale evoluzione è rappresentata, come sottolineato in altre occasioni (ved. editoriale), dalla risalita dell’anticiclone delle Azzorre, o perlomeno di una sua appendice, verso nordest, in direzione del mare del Nord e Scandinavia (fig.4).
fig.4
La manovra descritta, nonostante il Vortice Polare appaia quasi completamente decentrato nell’Artico canadese, sortirà come effetto secondario la genesi di una discesa di aria piuttosto fredda per il periodo dall’Artico russo, a nord del Circolo Polare (fig.2). Se tale avvezione fredda fosse avvenuta in pieno inverno, avrebbe potuto assumere le caratteristiche di un’ondata di gelo e neve piuttosto cruda; nel periodo attuale, potrà tuttavia ugualmente arrecare fastidio (o piacere a seconda dei punti di vista) tramite la genesi di piogge, temporali e nevicate a quote insolitamente basse per la stagione. Ma l’evoluzione in atto non è scontata, a seconda della traiettoria della goccia fredda artica infatti, i fenomeni connessi potranno risultate molto diversi. Proviamo ad analizzare qualche possibile evoluzione.
Il modello americano, nel prosieguo della fig,2, vede la goccia in progressivo distacco dall’alimentazione artica, chiusa dal blocco anticiclonico (fig.4).
fig.4
In tal caso, il nocciolo freddo giungerebbe al nord, generando piogge e nevicate intorno 800-1000 m di quota, in rapido spostamento verso ovest, con altrettanto rapido rialzo termico e termine, quindi, della fase fredda.
Viceversa, nella previsione del modello canadese, l’evoluzione è davvero da sogno per i “freddofili” sebbene il periodo non sia quello giusto; strada completamente libera per l’aria fredda, che giunge diretta dall’Artico russo verso il Tirreno, generando un bassa pressione ben alimentata, inizialmente, dalla colata artica (fig.5).
fig.5
Termiche che, nonostante il periodo prematuro, iniziano da diventare interessanti, con la 0° C a 850 hPa alle porte dell’Italia, con possibili nevicate anche nell’Appennino centrale fino a 1200 m di quota e intorno 800 m nei rilievi alpini, per essere ancora a Settembre non è poco (fig.6).
fig.6
L’incertezza in questi casi è massima ovviamente, la visione del modello canadese è un po’ estrema ovviamente, dovrebbero combaciare molti aspetti e il caos, inteso come criterio matematico di elaborazione dei dati, regna sovrano. Un aiuto in tal senso può essere fornito dagli spaghetti del modello americano, veri strumenti del caos potremmo dire (ved. editoriale). Quelli per la città di Verona vedono sicuro l’arrivo del freddo, con un sottomedia termico per la fine del mese piuttosto marcato e scarsa variabilità delle diverse emissioni (spaghetti chiusi, fig.7).
fig.7
Quelli di Roma, viceversa, evidenziano un sottomedia lieve, corrispondente al passaggio del nocciolo freddo più a nord e coinvolgimento marginale del centrosud (fig.8).
fig.8
Nel complesso, sembrerebbe che l’ipotesi del modello canadese (ahimè) sia estrema, in quanto la notevole concordanza delle diverse perturbazioni del modello americano lasciano presupporre come poco probabile l’ipotesi canadese. Il nocciolo freddo artico arriverà comunque sull’Italia, secondo tutti i modelli, con annesso un passaggio freddo e perturbato per ora al centronord, ma vi sono incertezze quindi sulla traiettoria esatta e sulla persistenza del freddo.
Qualunque sia la traiettoria del passaggio, in ogni caso il seguito prevede una probabile ulteriore deriva del nocciolo freddo verso ovest e dal freddo (per la stagione) si potrebbe passare alle piogge anche forti nelle regioni occidentali (fig.9).
fig.9
Sembra infatti che il Vortice Polare abbia la forza di ricompattarsi ancora in Artico, separato da una robusta cellula altopressoria scandinava, presente ormai in tutte le emissioni dei modelli. Nel Mediterraneo, le gocce fredde provenienti da varie angolazioni avrebbero quindi modo di apportare maltempo a intermittenza, tra fine mese e inizio di ottobre, previsione da verificare.
Tutto finito subito quindi a Ottobre, tornano il caldo e le piogge?? Forse no (perlomeno il caldo), il modello europeo ad esempio, più prudente per fine mese, rilancia con un vistoso sbilanciamento del Vortice Polare nel comparto siberiano e poderoso split verso la Russia, con tanto di raffreddamento precoce del bassopiano, carta che potrebbe avere risvolti vistosi anche per le regioni mediterranee (fig.10).
fig.10
L’inizio dell’autunno si conferma quindi instabile anche a scala emisferica quindi e, novità di quest’anno, anche piuttosto fresco per le regioni mediterranee, vedremo quale sarà l’intensità dei fenomeni previsti con i vari aggiornamenti….
Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)