Climatologia — 21 Marzo 2016

(Rinnovabili.it) – Nessun sforzo supplementare sul clima. È quanto emerge dal primo giorno di colloqui del Consiglio europeo. Nel comunicato con cui i leader degli Stati membri accolgono con favore le proposte della Commissione sui temi dell’energia e del cambiamento climatico, non vi è alcuna proposta di alzare l’asticella degli impegni assunti con il Pacchetto Clima-Energia 2030. L’Europa, dunque, non si schioda dagli obiettivi che prevedono un taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, un 27% di efficienza energetica e un target identico per le energie rinnovabili. Nonostante da più parti ormai arrivino messaggi preoccupati per l’inadeguatezza di queste misure, la Commissione Juncker ha deciso che gli interventi sul riscaldamento globale dovrà farli il prossimo esecutivo. E il Consiglio europeo ha ratificato questa decisione, sottolineando che «l’adattamento della legislazione al fine di attuare tale normativa rimane un priorità». Il Consiglio invita poi Bruxelles a presentare rapidamente tutte le altre proposte in tema, così da avviare il prima possibile il processo legislativo.

Per quanto riguarda la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi, prevista per il 22 aprile a New York, dai leader europei arriva la disponibilità ad impegnarsi a ratificare l’accordo di Parigi al più presto possibile. Vederlo entrare in vigore senza la firma dell’Europa sarebbe un pessimo segnale da parte del vecchio continente, che da sempre vanta la sua leadership nel campo dell’azione climatica.

Infine, il Consiglio ha espresso pieno consenso al pacchetto di misure per la sicurezza energetica reso pubblico da Bruxelles il 16 febbraio. Tralasciando completamente le energie rinnovabili, la strategia prevede misure volte ad accrescere le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), investendo in infrastrutture e terminali di rigassificazione.

La Commissione ha individuato 33 progetti infrastrutturali che ritiene fondamentali per la sicurezza energetica dell’Ue. Ora punta a trovare nuovi partner per aprire canali di importazione. Un probabile candidato, molto corteggiato dall’Ue, sono gli Stati Uniti, grande produttore di gas tramite il fracking.Consiglio-europeo-senza-ambizioni-su-clima-e-rinnovabili-2-e1458305256931

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