Città del Capo, 26 mar – Una pulizia etnica. Di questo si può ormai parlare in Sudafrica, dove dalla fine dell’apartheid ad oggi si è scatenata una vera e propria “caccia al bianco”. A farne le spese soprattutto gli agricoltori (i cosiddetti “farmers“) afrikaners – i bianchi, quindi – della regione attorno a Johannesburg e Pretoria, la Gauteng Province (“provincia dell’oro”), ma già da tempo ribattezzata “Gangster Paradise”.
I numeri sono impressionanti: oltre 12mila attacchi negli ultimi 20 anni, quasi 2mila morti. Ma le cifre, fornite dal South Africa Police Service, potrebbero essere stimate al ribasso ed essere dunque ben più elevate in questa tragica conta dei morti che registra stillicidi quotidiani. Parliamo di un assalto al giorno e almeno un morto ogni quattro: di fronte a dati del genere non è più fuori luogho parlare di genocidio. Pianificato o meno, la realtà è questa. Tanto che perfino un Paese compassato e molto attento alle questioni di natura “etnica” come l’Australia sta pensando di concedere visti speciali ai bianchi in fuga dal Sudafrica.
Se però in occidente la questione non è affrontata, o evitata come a giustificare ciò che è successo prima della fine dell’apartheid, in Sudafrica sembrano al contrario avere le idee molto chiare in proposito. Succede così che Mbuyiseni Ndlozi, portavoce del partito di estrema sinistra EFF (Economic freedom fighters, Combattenti per la libertà economica) – 25 seggi al parlamento – arriva a giustificare quel che sta succedendo rivangando la storia di secoli fa: “Quella non è la loro terra, ma è stata conquistata con un crimine contro l’umanità“, ha spiegato, aggiungendo che “i bianchi devono mostrare pentimento per quel crimine rinunciando ai propri possedimenti“.
Le parole di Ndlozi seguono a stretto giro di posta una mozione, approvata ad inizio mese, che prevede di arrivare all’esproprio delle terre dei farmers bianchi. La mozione è passata anche con i voti dell’EFF, il cui leader Julius Malema era in passato finito nell’occhio del ciclone per essere stato ripreso mentre cantava la canzoncina anti-bianca “Shoot the Boer”. Ndlozi non è, da parte sua, andato molto lontano da qui: “La giustizia porterà alla riconciliazione“, ha aggiunto. A quale giustizia si riferisca è facilmente immaginabile.
Nicola Mattei
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