TRECATE – Confronto amaro giovedì sera in consiglio comunale tra amministratori e popolazione, davvero arrabbiata per ciò che è successo e per i lati oscuri che ancora permangono dal punto di vista ambientale.
Trecate una cittadina che, ultimamente, è salita agli onori della cronaca per fatti tutt’altro che piacevoli, dalla prima tangenti – story piemontese, all’attuale coinvolgimento ambientale che conferma con drammaticità il triste primato di una zona tra le più a rischio in Italia.
Le luci televisive hanno illuminato una sala consiliare stracolma, luci forti ad evidenziare un nervo scoperto in cerca di certezze.
Il sindaco ha aperto la seduta in un’atmosfera di palpabile tensione.
Magnaghi ha ricordato l’evolversi degli eventi.
I dati finora a disposizione sulle condizioni atmosferiche sono riferibili ad analisi compiute da specialisti di Pavia in via Franzina, via Andante e corso Roma; i valori riscontrati sarebbero ben al di sotto della soglia di pericolosità.
Il sindaco ha cercato di tranquillizzare anche sulla potabilità delle acque, considerando che la profondità di trivellazione, 5300 – 5700 metri, grarantisce da infiltrazioni nelle falde acquifere, scavate a 100 – 180 metri.
Magnaghi ha consigliato di non gettare nelle fogne i residui petroliferi raccolti durante le bonifiche ma di tenerli in sacchi che saranno prossimamente raccolti.
Il Comune si è costituto parte civile contro l’Agip, ritenuta responsabile per danni a persone, animali e cose. “Siamo stati i primi ad attivare uno sportello per raccogliere le lamentele dei cittadini – ha detto il sindaco – . Domani (Venerdì 4 marzo) emetteremo un’ordinanza per l’agricoltura.
Dove si riscontreranno tracce di greggio la coltivazione non potrà essere effettuata; per sondare e recuperare i terreni, le risaie, l’Agip si appoggia a un istituto di Ginevra”.
Già in queste prime fasi di lavoro si sono registrate interruzioni.
Il consiglio è stato aperto ai cittadini e subito sono esplose le contestazioni, la rabbia accumulata in questi giorni insieme al ributtante manto oleoso.
Tanti gli interventi, spesso urlati, quasi tutti contro amministrazione ed Agip. Riportiamo i più significati. Buzzoni ha accusato “una chiara sudditanza del Comune verso l’Agip che è un ente economico e che dunque ragiona di conseguenza”.
Duro l’intervento di Confalonieri che ha denunciato “Il Paradosso della pezza giustificativa da consegnare all’Agip per il risarcimento danni”, considerata una presa in giro, Lavazzi ha chiesto le dimissioni della giunta e la chiusura dei pozzi. Toccante la testimonianza di Garavaglia, uno degli abitanti sfollati dalla Cascina Cardana, che ha detto “che a lanciare l’allarme dell’esplosione del pozzo non è stata l’Agip, come ha spiegato magnaghi, ma la mia famiglia” e poi rivolgendosi al primo cittadino, “provi lei a dormire di notte con a fianco gente che lavora 24 ore su 24 con motori diesel.
Ho già reclamato in passato per la nostra situazione di disagio vicino ai pozzi”. Peretti ha esortato una riunione in gruppi organizzati dai cittadini per garantirsi nei confronti dell’operato dell’Agip. Un chimico della Lega Ambiente ha spiegato “non esiste dato di soglia limite per l’ambiente, certe sostanze non devono essere presenti”.
Perini ha accusato di scarsa attenzione riguardo a condizioni di bambini ed anziani, “Perchè – ha chiesto – i vigili nei giorni scorsi portavano le mascherine?
I tanti buchi nel territorio, operati dall’agip in passato dovrebbero far preoccupare per l’incolumità delle falde aquifere”.
Una rappresentante della lega Ambiente di Galliate:
“Non firmate degli atti liberatori di risarcimento con l’Agip ma costituitevi parte civile”. A questo punto sarebbe dovuto intervenire l’Ingegner Torricelli, responsabile Agip della zona, ma la maggioranza della gente in sala si ribellava ad un suo intervento.
Il dirigente usciva di scena ma veniva quasi subito richiamato per fornire risposte.
L’ingegnere ha confermato quanto già la popolazione sapeva sull’intervento dell’azienda petrolifera ed anzi, è stato messo in seria difficoltà da domande semplici quanto sacrosante del tipo: “Cosa avevate previsto in caso di un incidente di questo tipo per un’emergenza estrema del genere?”
oppure “Quando potranno tornare a giocare a contatto con la natura i nostri bambini?”.
Il consigliere di “Insieme per Trecate Garavaglia ha ricordato la battaglia sostenuta in campo ambientale nel passato, ricambiata dall’indifferenza delle varie maggioranze succedutesi “nonostante – ha detto – che organi di informazione nazionali (Il Giornale) già nel 1989 avesse definito Trecate una bomba ad orologeria, al 16° posto tra le zone ad alto rischio”.
Garavaglia ha chiesto al rappresentante Agip spiegazioni sul perchè di due diverse convenzioni.
Nella prima erano inseriti punti di salvaguardia ambientale, tolti poi nella successiva (rifatta dopo il travaglio tangentizio) dove, anzi, fu fissato un risarcimento forfettario di 600 milioni onnicomprensivo di tutti danni arrecati al territorio.
Al termine di questo intervento la gente rumoreggia, chiede spiegazioni a Torricelli che, in sostanza non danno esito.
Un altro cittadino, Beltrami, paonazzo in volto ha urlato il suo disappunto sottolineando il grave danno patrimoniale causato dall’inquinamento. “Qui ci sono responsabilità precise, di chi ha permesso l’espansione abitativa nel nuovo piano regolatore vista la situazione di pericolo contingente”. Ed ancora “se domani dovessi vendere la mia casa, varebbe la metà, ma le tasse le paghiamo per intero”. Buzzoni: “I pozzi li voglio spenti perchè voglio essere sicuro di vivere con la mia famiglia senza pericoli in agguato”. Magnaghi, apparso stanco e provato dalla vicenda e dagli attacchi di alcuni cittadini, dopo un intervallo, ha dato la parola ai consiglieri. Sono intervenuti Gavin, Masaracchio, Garavaglia, Pozzato, Grippa, Mascaro, Taccjino, Zaia. Alla fine il consiglio ha votato all’unanimità un ordine del giorno che dispone: la chiusura dei pozzi; la creazione di un comitato scientifico che valuti i danni al di la delle valutazioni dell’Agip, la nomina di una commissione consiliare aperta di coordinamento della situazione; la richiesta all’Agip di istituire un fondi in denaro a disposizione del Comune oltre al normale risarcimento danni.
L’avvocato Taddi ha puntualizzato che il Comune si muoverà per aprire un procedimento penale nei confronti dell’Agip se già non ne fosse stato aperto uno dalla magistratura.
ENRICO RUGGERONE