Ambiente, territorio & dissesti — 20 Luglio 2015

L’estate sta calando l’asso, mettendo in fila una sequela di giornate soleggiate e calde. Fiumi e torrenti tacciono, a parte quelli valdostani e piemontesi che si stan facendo carico della fusione dei rispettivi ghiacciai. Nessuna perturbazione all’orizzonte. Il momento sarebbe certamente il più propizio per mettere in pratica i buoni propositi seguiti all’ultima alluvione e rinforzare, ripristinare o rifare in toto argini e letti.

E invece tutto è fermo. 

I giorni passano, le settimane volano, prima o poi tornerà l’autunno con le sue piogge e sicuramente si riproporranno gli stessi problemi e i rischi di tutti gli anni. Quali problemi? Prendiamo ad esempio la Liguria: non si possono dimenticare disastri come quello occorso il 4 ottobre del 2010 a Sestri Ponente e su altri comuni del Savonese, come ad esempio Varazze. Ma qualcuno si ricorda dei 600 millimetri di pioggia caduti su Genova il 10 ottobre 2014?

Oggi no, neanche in riva allo stesso mare che in quei giorni accolse le acque inferocite del Fereggiano e del Bisagno. L’uomo ha la memoria corta, forse tanto quanto il “braccino” che impedisce alle istituzioni di porre definitivo rimedio al dissesto del nostro territorio.

E allora si piangerà lacrime di coccodrillo. Domani. Si domani. Oggi c’è tempo, oggi c’è il sole. Oggi è estate e si va al mare.

Luca Angelini per Meteoservice.net

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