27-08-2015 – Salve a tutti, appuntamento quotidiano con l’aggiornamento modelli; ne vale la pena, in quanto si va profilando un inizio d’autunno che sembra voglia rispettare tutte le caratteristiche usuali della stagione, ovvero con la presenza di un cospicuo abbassamento delle temperature e con notevole instabilità atmosferica nelle nostre regioni, con piogge frequenti.
Intanto, l’estate ci lascerà con una fiammata calda, che al momento sembra comunque ampiamente tollerabile. Ecco l’immagine odierna, con la cupola anticiclonia che avanza nelle regioni italiane (fig.1).
fig.1
Nel suo moto orientato con asse sudovest nordest, la struttura anticiclonica giungerà, negli ultimi giorni del mese, a collocare un massimo pressorio principale sui Balcani, creando un ponte con l’alimentazione africana. Il caldo si farà sentire, ma sarà in parte attenuato da valori di u.r. e relativo indice di calore leggermente più bassi rispetto alle precedenti ondate e da un maggior raffreddamento notturno, in virtù della stagione più avanzata. Intanto, oggi le temperature hanno evidenziato valori prettamente estivi in molte città (33° C a Firenze e Ferrara ad esempio, fig.2).
fig.2
Nei prossimi giorni le temperature potranno aumentare ancora di un paio di gradi, raggiungendo quindi la soglia dei 35° C nelle città più calde, come quelle nominate appunto. Successivamente, in Atlantico, prenderà le mosse una fase meteorologica di grande interesse e importanza, che condurrà a una radicale cambiamento di circolazione nel Mediterraneo, con uno sbalzo termico che in alcune località potrà essere superiore a 15° C.
Una importante chiave di lettura per capire le dinamiche in atto sarà costituita dalla spinta propulsiva esercitata in Atlantico dall’anticiclone delle Azzorre (la famigerata wave 2 troposferica, tanto agognata in inverno). A partire dal primo Settembre infatti, un cuneo anticiclonico sempre più ampio si farà strada verso il nordatlantico, puntando verso l’Islanda. La risposta più a est, in Europa, sarà la discesa di aria fredda lungo il bordo occidentale di un altrettanto ampia saccatura, con chiari contributi artici (fig.3).
fig.3
Inizialmente, la saccatura sfiorerà solo l’arco alpino, ma con il passare dei giorni affonderà sempre più decisamente verso il Mediterraneo, interessando praticamente tutta l’Italia (fig.4).
fig.4
In fig. 4 è stata evidenziata la figura di blocco dell’anticiclone delle Azzorre, vero sbarramento al flusso occidentale, con le perturbazioni che sono costrette ad aggirarlo da entrambi i lati (omega blocking). In tali condizioni la configurazione mostrata tende a diventare stazionaria, esasperando sia la risalita anticiclonica, sia la discesa di aria fredda e instabile ai lati sempre più a sud, a patto che l’onda di Rossby presenti una sufficiente ampiezza lungo i meridiani. Ecco l’ondulazione vista alla quota delle correnti a getto, figura praticamente da didattica meteo quella prevista dal modello americano, ben pronunciata e allungata decisamente verso il Mediterraneo, con il suo carico di freddo e instabilità (fig.5).
fig.5
Nei giorni successivi, anche oggi, perlomeno in due emissioni consecutive, il modello americano propone il rafforzamento del blocco e il successivo distacco di un nocciolo freddo artico nella scandinavia, diretto verso il Mediterraneo. Ecco il momento del distacco nella emissione mattutina del modello americano (fig.6).
fig.6
Ed ecco la successiva evoluzione, con il nocciolo freddo che in 48 h giunge direttamente sull’Italia, apportando un ulteriore cospicuo calo termico generalizzato e forte instabilità diffusa, con nevicate addirittura sui rilievi alpini e sulle cime appenniniche !!! (fig.7).
fig.7
La domanda che ci si pone in questi casi e, ovviamente, qual’è l’affidabilità di una previsione così estrema a molti giorni di distanza?? Ebbene, occorre sottolineare come l’impianto generale, con la formazione dell’ampia ondulazione di Rossby e la discesa fredda verso il Mediterraneo, difficilmente potrà cambiare; la spinta azzorriana partirà tra 2-3 giorni, difficile che ciò non avvenga. I dettagli cambieranno sicuramente, non tutte le emissioni sono concordi nel vedere il Mediterraneo centrale come obiettivo primario della colata artica, ma non dobbiamo confondere la tendenza generale con le naturali oscillazioni dei modelli. Anche nel prosieguo il modello americano propone la reiterata tendenza allo stazionamento di un’area di alta pressione tra Scandinavia e Mar di Norvegia, come evidenziato dall’ultimo quadro previsionale (fig.9).
fig.8
Da manuale meteo poi la visione di tale assetto barico a 300 hPa (9000 m); blocco centrale in Europa che costringe il getto polare a biforcarsi nei pressi del mar di Norvegia, per poi ricongiungersi una volta aggirato il blocco (fig.9).
fig.9
Le conseguenze pratiche di una simile evoluzione non possono essere altro che una fase di maltempo prolungato nelle nostre regioni durante la prima decade di Settembre a causa della deviazione del getto polare e, quindi, delle perturbazioni atlantiche, nel Mediterraneo, come è già accaduto nel mese di Agosto. Appare evidente quindi, la presenza di un trend reiterato con la creazione di blocchi altopressori prima in Atlantico e poi in area nordeuropea.
Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)