Ricordiamo molto bene l’effetto mediatico che aveva avuto la notizia, rimbalzata su tutti i mezzi di informazione sul finire di maggio, a proposito del fatto che avremmo passato… un anno senza estate. Una previsione che aveva destato molto scalpore tra gli addetti ai lavori, visto che parlando in questi termini la memoria dei meteorologi e dei climatologi era immediatamente corsa al lontano 1816, anno in cui l’Europa occidentale (e non solo) subì a scoppio ritardato gli effetti dell’eruzione del vulcano Tambora avvenuto l’anno prima in Indonesia: in tale occasione, le polveri rilasciate dall’esplosione raggiunsero la stratosfera dell’Emisfero Settentrionale e schermarono i raggi solari, contribuendo così ad una calo della temperatura. Su quello che poi è passato alla storia come “anno senza estate” ha pesato quindi l’impatto sul clima che ha avuto un fenomeno geologico, come l’eruzione di un vulcano, e quindi un fattore che ha inciso ben oltre le influenze delle eventuali anomalie della circolazione atmosferica ed oceanica presenti allora, ma a cui un meteorologo francese nel maggio scorso si era appellato, per quanto riguardava la situazione attuale, per emettere invece la previsione stagionale di cui siamo stati tutti portati a conoscenza. In breve, ricordiamo che a supporto di questa previsione era stato detto: “ Corriamo un serio rischio di vivere un anno senza estate. La colpa? La temperatura dell’acqua troppo fredda. Non solo quella dell’Atlantico, ma anche quella del Mediterraneo. E poi la troppa umidità”.
Adesso, chiusi i battenti, è arrivato allora il tempo di fare un bilancio e di vedere come realmente si è comportata la stagione estiva, focalizzando l’attenzione proprio sulla Francia.
Secondo l’analisi condotta dal centro meteorologico francese Meteo France, dopo un giugno molto fresco (scarto di -0.8 °C), le temperature si sono portate su valori estivi nei mesi di luglio (scarto di +1.9 °C) e di agosto (scarto di +0.2 °C), con un’ondata di caldo nella seconda parte di luglio. A livello nazionale, l’estate 2013 in Francia si è quindi chiusa con un’anomalia di +0.4 °C rispetto alla media climatologica 1981-2010 (fig. 1): è stata cioè leggermente più calda della norma. Per quanto riguarda le precipitazioni, queste sono state nel complesso piuttosto scarse, ad eccezione delle aree in cui si sono verificati forti temporali: in giugno, le piogge hanno interessato in particolare la parte orientale del paese, a luglio il settore sud-orientale, la Corsica e l’area pirenaica; mentre agosto è stato in prevalenza piuttosto secco. Complessivamente, nel corso di tutta la stagione, il numero di giorni piovosi è stato significativamente inferiore al normale su quasi tutte le aree e, a loro volta, il quantitativo pluviometrico raccolto è stato leggermente al di sotto dei valori stagionali.
Il fenomeno stagionale più importante è stato senza dubbio l’ondata di caldo che si è verificata tra il 15 ed il 27 luglio. Si è trattato di un evento che ha portato questo mese ad essere il terzo più caldo dal 1900, dopo il 2006 ed il 1983. In queste due settimane le temperature massime hanno superato la soglia dei 30 °C sulla maggior parte del paese, con i 35 °C superati localmente nelle due fasi di picchi di caldo avvenuti tra il 20 ed il 23 e tra il 25 ed il 27. E benché questa ondata di calore sia stata di intensità moderata, la sua durata di 13 giorni la colloca tra gli eventi più lunghi sull’intera serie storica disponibile dal 1947.
Conclusioni e considerazioni
Come si può vedere, i dati smentiscono la proiezione che era stata fatta nel mese di maggio, perché ad una previsione che parlava di temperature al di sotto della media e di precipitazioni sopra la media ha corrisposto una realtà opposta. Questo errore compiuto fa ben capire come non solo le proiezioni stagionali siano veramente un terreno minato in cui il rischio di veder saltare in aria la proiezione stessa è molto elevato, ma anche come siano profondamente sbagliate le modalità spesso usate per comunicarla. Perché, pur consapevoli che in questo campo l’errore è altamente probabile, si sarebbe potuto certamente comunicare la previsione estiva utilizzando termini meno eclatanti. “Un’estate più fresca e più piovosa della norma” sarebbe già stato più che sufficiente per rendere l’idea, senza scomodare l’anno… senza una stagione. Forse, però, l’effetto mediatico sarebbe stato ridotto e la notizia non avrebbe fatto il giro del mondo. In compenso, adesso, ci sarà qualcuno in più che riderà della meteorologia.
Mi permetto allora di concludere con un invito che vale sempre: state attenti alle proiezioni stagionali che vengono proposte periodicamente, perché più sono sensazionalistiche e più sono gridate (per puri scopi di audience), più la probabilità che possano verificarsi è prossima a zero. Questa raccomandazione vale anche per la prossima stagione invernale. Non si sa mai che qualcuno voglia prevedere… l’anno con l’inverno!
Fonte: Meteogiuliacci.it