Per la rubrica.. E’ TEMPO di… Musica!! Il 1977 è un anno molto importante per la musica; più volte ho ricordato di come l’evento del Punk abbia creato due schieramenti opposti e contrapposti: la musica dei Sex Pistols e gruppi affini ovvero ” tutti possono farlo (suonare..) e la musica dei capelloni, rockettari amanti del assolo virtuosistico.
Ma come sempre, i confini non sono così netti e definiti, non tutto è bianco o nero.
In questo panorama in divenire fa la sua apparizione Declan Patrick MacManus, londinese trapiantato a Liverpool da ragazzo, figlio di un musicista e di una titolare di un negozio di dischi ( che ha il merito rifornire il figlio di centinaia di vinili di generi diversi) che tra un impiego occasionale e l’altro, marito e padre, cerca di diventare un musicista professionista.
Rispondendo ad un’inserzione della Stiff una delle etichette più originali dei Settanta alla ricerca di nuovi talenti, colpisce il bersaglio e pubblica dapprima tre singoli, poi il suo album d’esordio “My aim is true” con un nome d’arte che scomoda il Re del Rock, Elvis Costello, un fisico che ricorda Buddy Holly.
Pur risentendo delle tendenze del periodo il disco non è certamente punk; possiamo parlare di un patchwork di generi che rispecchiano gli eterogenei ascolti adolescenziali di Declan, un pop di grande classe con influenze boogie (“Miracle Man”), Rock anni Cinquanta (“Mystery Dance”) senza tralasciare la New Wave , il folk rock (“Red Shoes”) il reggae (“Watching The Detectives”), lo swing (“Sneaky Feelings”) beat (No Dancing), rhythm and blues (Blame It On Cain).
Citazione a parte merita il suo primo classico, la sua prima canzone perfetta ovvero la tenera ballata “Alison” uscita anche come 45 giri in pieno periodo punk ed intrisa di soul ( il ritornello si basa su una canzone soul “Ghetto Child” dei Detroit Spinners) R&B, jazz, rock e country.