All’inizio del 1900 la popolazione urbana era appena il 9% ma oggigiorno nelle città vivono quasi 3 miliardi di persone, il 50% circa della popolazione mondiale. L’aumento esplosivo della popolazione inurbata – e di conseguenza anche delle dimensioni delle città – ha seriamente compromesso la qualità dell’habitat urbano. Insomma nelle città il clima è ormai diventato decisamente ostile verso l’uomo, specie nella stagione fredda quando i livelli di inquinamento atmosferico restano ormai quasi costantemente al di sopra della soglia di sicurezza. Ma se le sostanze inquinanti rendono invivibili le città in inverno, altri fenomeni atmosferici, tipici dell’estate e di solito innocui in ambiente rurale, sono diventati invece negli ultimi decenni un costante pericolo per l’habitat urbano perché amplificati dalle mutate caratteristiche locali del clima.
In estate le isole di calore urbane sono diventate più intense – Al di sopra delle città grava in permanenza una bolla di aria surriscaldata – l’Isola di calore – alimentata dal particolare tessuto cittadino, costituito sempre più da asfalto e cemento, materiali che, rispetto all’ambiente rurale, assorbono circa il 10% in più di energia solare. All’isola di calore contribuisce anche l’effetto Canyon ovvero la maggiore cattura di radiazione solare da parte delle strade cittadine, ove i raggi solari vengono intrappolati dalle numerose riflessioni multiple subite ad opera delle contrapposte pareti dei palazzi. Tale surplus di calore, senz’altro gradito in inverno, trasforma invece le città in vere e proprie fornaci in estate. L’intensità dell’isola di calore aumenta con le dimensioni urbane cosicché, almeno nelle grandi città, in presenza di ondate di caldo, la calura risulta di gran lunga più forte che nella vicina campagna ( +4-5° C per Roma e Milano ).
In aumento anche i nubifragi – Il surriscaldamento dell’atmosfera cittadina fa sì che divengano anche più probabili, rispetto all’ambiente rurale, i moti convettivi, quelli stessi che, negli assolati pomeriggi primaverili e estivi, innescano le nubi temporalesche. Ma per l’intensificazione dell’isola di calare causata dalla crescente urbanizzazione, i temporali sulle città sono diventati più violenti, come conferma uno studio dell’Aeronautica Militare, secondo il quale, appunto, i nubifragi negli ultimi decenni sono aumentati su tutte le nostre metropoli. Più frequenti anche gli allagamenti di scantinati, strade e sottopassi non solo per l’aumento dei nubifragi ma anche per l’impiego sempre più intensivo di asfalto e cemento, materiali che riducono notevolmente la capacità di assorbimento delle acque piovane da parte del suolo, favorendo in tal modo un più intenso scorrimento superficiale ( run-off ).
Venti più violenti nelle strade cittadine – I temporali sono sempre accompagnati da venti intensi i quali, una volta canalizzati dalle strade cittadine, subiscono un ulteriore rinforzo per effetto Venturi ( wind-tunnel ) con dannosi effetti sull’ambiente come la rottura dei rami degli alberi o lo sradicamento degli alberi stessi. Per di più, in presenza di edifici molto alti, i venti intensi che cercano di scavalcare direttamente l’ostacolo verso l’alto, nell’ascesa forzata lungo la facciata sopravvento tendono, in parte, a refluire verso il basso sotto forma, però, di forti raffiche le quali raggiungono anche le aree pedonali, specie in corrispondenza degli angoli anteriori della costruzione (effetto angolo ), con possibili danni a persone e cose. Ma la calura estiva sulle città viene influenzata anche dalla brezze che, nelle giornate serene e quiete, interessano quelle città che distino dalle coste o dalle catene montuose non più di 30-40 km. A Roma la brezza da sudovest che soffia dal mare verso la terraferma ( il Ponentino! ) così come a Milano quella, sempre da sudovest, che soffia dalla pianura verso le Alpi, spostano l’isola di calore verso la periferia nordest, che pertanto diviene il settore più caldo della città. Nello stesso tempo però la brezza favorisce intrusioni di aria più fresca dalla campagna verso la periferia sudovest, la quale così, rispetto al settore opposto della città, risulta meno calda nella misura di 3-4° C.
Ozono, killer estivo delle città – In estate l’inquinante urbano più temibile diviene l’ozono, per la cui formazione, oltre alla presenza di NOx ( ossidi di azoto ) e COV ( Compsoti Organici Volatili ), necessitano anche un’elevata temperatura dell’aria e un forte soleggiamento, condizioni tipiche, appunto, dell’estate. L’ozono, in presenza di calura intensa, provoca seri disturbi in coloro che hanno problemi di respirazione, come asma e enfisema.
Fonte: www.meteogiuliacci.it