Proprio lo scorso sabato 10 Settembre 2016 l’estensione del ghiaccio marino sul mar Glaciale Artico si è attestata sui 4,14 milioni di chilometri quadrati (1,60 milioni di miglia quadrate).
Un valore estremamente basso, il secondo più basso di sempre, subito dopo il grande minimo assoluto risalente alla terribile estate del 2012. Quest’anno fortunatamente l’estensione dei ghiacci dell’Artico è stata di circa 750.000 chilometri quadrati (290.000 miglia quadrate) al di sopra del minimo record del 2012. Del resto basta osservare le immagini trasmesse dai satelliti per vedere come vastissime aree del mare di Beaufort, mar dei Chukchi, mare di Laptev e mare della Siberia Orientale siano totalmente libere dal ghiaccio marino, e quindi perfettamente navigabili per centinaia di migliaia.
Per l’ennesimo anno consecutivo, lo scioglimento del ghiaccio marino ha aperto un lungo canale di acque libere tra l’Artico canadese e la costa siberiana, permettendo così la navigazione marittima lungo il “Passaggio a nord-ovest” e il “Passaggio a nord-est”.
Stavolta quello che sorprende di più è vedere come i ghiacci dell’Artico si siano rapidamente sciolti durante i primi dieci giorni del mese di Settembre, ad una velocità fino ad oggi mai vista. Basti pensare che giornalmente si sono persi ben 34.100 chilometri quadrati (13.200 miglia quadrate) di ghiacci, soprattutto nel mare di Chukchi, il bacino più esposto alle intense avvezioni di aria calda in risalita dalla Siberia centrale, dove per alcune settimane ha stazionato un intenso anticiclone di blocco, costantemente alimentato da imponenti flussi di aria calda, d’estrazione sub-tropicale continentale, provenienti dalle “arroventate” steppe del Kazakistan e dell’Uzbekistan.
Sono state proprio queste intense avvezioni calde, in risalita dalle steppe dell’Asia centrale, ha determinare le forti anomalie termiche positive responsabili della rapida fusione dei ghiacci marini dell’Artico, fra il mese di Agosto e i primi giorni di Settembre. Si tratta di una delle più grandi anomalie termiche registrate sul pianeta in questo ultimo secolo di rilevazioni meteo/climatiche con una strumentazione che rispetta le norme internazionali.
Solo oggi, dopo mesi di sconcertanti anomalie termiche positive, sul mar Glaciale Artico sono iniziate le prime nevicate autunnali, mentre le temperature cominciano a scivolare al di sotto della soglia degli zero gradi, dopo una delle estati più calde di sempre che ha determinato uno dei minimi di estensione dei ghiacci marini del mar Glaciale Artico più basso di sempre. Ora con l’arrivo dell’oscurità e il graduale raffreddamento delle masse d’aria che sovrastano il Polo Nord le prime nevicate autunnali torneranno ad imbiancare le isole dell’Arcipelago Artico russo e canadese, completamente spoglie fin dallo scorso mese di Luglio.
Le prime nevicate hanno lasciato i primi accumuli sulle coste della Siberia orientale e in Jacuzia, dove la “dama bianca” è tornata ad imbiancare fin dalle basse quote i monti Cerski, i monti Verhojansk, con accumuli a tratti anche significativi. Mentre nei prossimi giorni le prime vere nevicate di stagione dovrebbero imbiancare pure i territori della penisola di Tajmyr e le coste della Siberia centrale, dopo un Settembre di anomalie termiche positive a dir poco sconcertanti.
Nei giorni scorsi forti anomalie termiche positive si sono registrate pure in Siberia, specie nel polo del gelo della Jacuzia, dove le temperature già in questo periodo dovrebbero scendere parecchio sotto zero, con le prime gelate autunnali. Invece in questi giorni una estesa avvezione calda, richiamata da una circolazione depressionaria che dall’Artico si è estesa verso la Siberia centro-occidentale, aspirando lungo il margine orientale della circolazione depressionaria masse d’aria decisamente più miti che dall’altopiano della Siberia centrale si sono dirette fino alla Siberia settentrionale.
In molte località siberiane i termometri hanno varcato la soglia dei +10°C +15°C. Dalla prossima settimana pero sulla Siberia centro-orientale è previsto un primo brusco raffreddamento, non appena il vortice polare inizia ad approfondirsi in sede artica, pilotando masse d’aria piuttosto fredde che dal mar Glaciale Artico scivoleranno verso le lande siberiane, favorendo un primo brusco raffreddamento, mentre l’indebolimento dell’insolazione diurna creerà le situazioni adatte per le prime intense gelate, agevolate dalle inversioni termiche che si verranno a generare sopra le vaste distese continentali.
Ad inizio della nuova settimana, con il notevole rinvigorimento dell’attività del vortice polare in sede canadese e l’abbassamento dei raggi solari, anche sull’Artico canadese si faranno strada le prime nevicate a bassa quota, con un importante diminuzione dei valori termici. L’autunno, seppur a fatica, comincerà ad entrare a regime alle alte latitudini segnando l’inesorabile conto alla rovescia per l’inizio della stagione fredda.