Ancora una volta il respiro del grande nord potrebbe rimanere solo una semplice parentesi tra due lunghe fasi miti. Ma perchè negli ultimi anni le irruzioni di aria fredda durano al più una manciata di ore, mentre le vampate calde dal nord Africa ci tengono compagnia per giorni o addirittura settimane?
Beh, considerando che la distanza tra Italia e Polo, così come tra Italia ed Africa sono sempre le stesse, dobbiamo dedurre che qualcosa è cambiato a livello della circolazione generale delle masse d’aria. E in effetti, a causa della maggior dilatazione delle strutture atmosferiche imposta dalla temperatura media terrestre più elevata del passato (leggi riscaldamento più o meno globale), le masse d’ aria calda hanno maggior spazio per muoversi rispetto a quelle di aria fredda.
Trovandoci noi al limite schematico tra le due, è logico pensare che questa invadenza vada a far pesare la bilancia del Mediterraneo verso le invasioni calde, essendo l’aria fredda decisamente arretrata verso nord e certamente più distante anche come sorgente.
Tutto questo preambolo perchè, esaminando il materiale probabilistico messo a disposizione dai Centri di Calcolo, risulta evidente il tonfo delle temperature tra domenica 24 e martedì 26 aprile, con un picco sotto media centrato soprattutto per la giornata della Liberazione, ma si nota anche la rapida ripresa delle stesse temperature subito a seguire, specie al centro e al sud.
Insomma, ancora una parentesi fredda stretta nella morsa di due lunghe fasi oltremodo miti. In altre parole, prendendo per buone queste carte attuali (che andranno sicuramente riviste nei prossimi giorni), pare probabile un ritorno alla cronica “anormalità” cui ci ha ormai abituato questa stagione, con rientro di temperature più miti della media ovunque entro fine mese. Per ora prendiamo quanto detto come una semplice osservazione. Ne riparleremo comunque più avanti, quando avremo a disposizione materiale numerico più …. fresco.
Luca Angelini per Meteoservice.net