Allarme del Wmo: il 2015 l’anno più caldo da quando sono disponibili dati e i mesi appena trascorsi vanno nella stessa direzione. Il 23 marzo la giornata mondiale della meteorologia. “Implementare l’accordo di Parigi e tagliare emissioni di gas serra”.
L’ANNO appena passato resterà alla storia per i record di temperatura, le ondate di calore intense, le precipitazioni eccezionali, da una parte, e dall’altra pesanti siccità, unite ad una insolita attività dei cicloni tropicali. Tutti segnali di un cambiamento climatico che sta procedendo a ritmi allarmanti, senza precedenti, cui la politica non può più rimanere sorda.
L’allarme arriva dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) delle Nazioni Unite dal rapporto “Status of the Global Climate“, che esce in occasione della Giornata mondiale della meteorologia che si celebra il 23 marzo.
“La velocità allarmante del cambiamento che stiamo vedendo nel nostro clima, come risultato delle emissioni di gas serra, è senza precedenti”, dice il segretario generale del Wmo Petteri Taalas. “Oggi la Terra è già di un grado centigrado più calda rispetto all’inizio del Ventesimo secolo. Siamo a metà strada verso il raggiungimento della soglia critica dei due gradi”.
Talaas avverte che i piani nazionali contro il cambiamento climatico adottati finora potrebbero non essere sufficienti per evitare un aumento della temperatura di tre gradi, ma siamo in grado di scongiurare gli scenari peggiori con misure urgenti e di vasta portata per tagliare le emissioni di anidride carbonica”.
Dopo un 2015 certificato come anno più caldo dal 1880, da quando cioè sono disponibili i dati, il gennaio e il febbraio appena trascorsi hanno fatto registrare nuovi record sul termometro, mentre l’estensione del ghiaccio marino artico è la più piccola mai rilevata dai satelliti.
Il messaggio che il pianeta sta mandando ai leader mondiali è potente, conclude il segretario
del Wmo: l’accordo di Parigi sul clima va implementato e occorre tagliare le emissioni di gas serra. Adesso, prima di oltrepassare il punto di non ritorno.
Fonte: www.repubblica.it