D’accordo tutto era nelle previsioni, e già da alcuni giorni. Come abbiamo avuto modo di constatare, ci sono situazioni che possono essere individuate da molto lontano, mentre altre rimangono incerte sino all’ultimo (il caso del tempo attuale sino al weekend).
Ma fino a quando non si tasta con mano, non si dà molto peso a queste anomalie annunciate che, per quanto riguarda mitezza o caldo, riescono quasi sempre a fare centro. Così l’isoterma di 18°C alla quota di 1.500 metri che, secondo le elaborazioni numeriche dei modelli avrebbe dovuto ricoprire gran parte del sud e delle Isole Maggiori per giovedì 31 marzo, ha fatto il suo “sporco” lavoro.
Sporco perchè questa scaldata fuori stagione si è accompagnata all’ormai consueto apporto di polveri dal deserto del Sahara, lavoro perchè non è certo cosa da poco assistere ad una cartina come quella rappresentata in figura: 15°C al di sopra della media, che equivalgono a valori limite per l’inizio della primavera. Un gran lavoro da parte dell’anticiclone nord-africano, sguinzagliato dalla rediviva “falla iberico-marocchina”.
Guardate che valori massimi sono stati raggiunti giovedì 31 marzo: i dati sono stati raccolti a cura dell’Associazione Meteonetwork e segnalati dal noto meteorologo Simone Abelli.
31°C nel Palermitano, dove lo Scirocco si è presentato come vento di caduta, ma guardate anche i 29°C in Gallura (anche in questo caso l’effetto favonico può avere dato una mano), così come sottovento alla zona etnea e alla Sila, dove si sono raggiunti valori massimi di 28 e di 29°C. E dei 26°C registrati in provincia di Roma ne vogliamo parlare? Sottovento e meno resta il fatto che queste anomalie estreme si stanno sempre più confermando come la nuova normalità.
Ma riusciremo mai ad abituarci a questa “nuova normalità”?
Luca Angelini per Meteoservice.net