Sono ormai passati 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, il più grave della storia dell’umanità, in grado di mutare completamente la percezione dell’energia nucleare da parte delle persone in tutto il mondo. Recentemente abbiamo visto lo stato delle strutture di alcune città limitrofe a Chernobyl stessa nelle fotografie di Gleb Garanich, strutture che erano pensate per ospitare i circa 120.000 abitanti che orbitavano attorno alla grande centrale in Ucraina. Le città più vicine erano Prypiat e Zalessie, ma i centri abitati si dipanavano attraverso un territorio di circa 30 chilometri di raggio, dove Chernobyl si trovava a 18 chilometri dalla centrale elettrica.
Il fotografo Vasily Fedosenko si è recato non nei centri più densamente abitati, ma in quei villaggi satellite che erano nella zona, e che oggi sono off-limits per gli elevatissimi livelli di radiazioni. Le immagini ci raccontano di un mondo desolato, del quale la natura e gli animali si stanno lentamente riappropriando.
Sotto: un’aquila dalla coda bianca si siede sul tetto di una scuola abbandonata vicino alla zona di esclusione intorno alla centrale nucleare di Chernobyl, nel villaggio abbandonato di Klimovichi, in Bielorussia.
Un’acquila a Dronki, in Bielorussia:
Una mandria di bisonti nel villaggio di Dronki, in Bielorussia:
Un segnale di radiazioni nel villaggio di Dronki:
Un alce cammina nel villaggio di Babchin, in Bielorussia:
Due lupi camminano nei pressi di una fattoria abbandonata a Orevichi, in Bielorussia:
Un lupo osserva la fotocamera nel villaggio di Orevichi:
Un bisonte con le corna semi-spezzate dai combattimenti nel villaggio di Dronki:
Un allocco si lancia da un camino a circa 30 chilometri dalla zona di esclusione della centrale nucleare di Chernobyl, nel villaggio abbandonato di Kazashki, in Bielorussia.
Un picchio a Babchin, in Bielorussia:
Un lupo cammina su un sentiero di Dronki:
Una volpe a Babchin, in Bielorussia: