Editoriali — 06 Aprile 2016

Anche quest’anno, mentre l’anticiclone delle Azzorre continua a snobbare il bacino del Mediterraneo, l’Africa detta la sua legge, imponendoci frequenti avvezioni calde sub-tropicali continentali, inframmezzate dallo sviluppo di profonde ciclogenesi nord-africane, per effetto sottovento alla catena montuosa dell’Atlante Telliano. Proprio per questo la stagione primaverile continua a marciare spedita, accompagnandoci gradualmente verso l’arrivo della bella stagione. In questo periodo dell’anno il sole tende sempre più ad avvicinarsi allo “Zenit” (quando i raggi solari cadono perpendicolarmente sul terreno nelle ore centrali del giorno) lungo la fascia tropicale dell’emisfero boreale, tra l’equatore e il tropico del Cancro, determinando l’inizio della stagione più calda, specie nei territori con clima prettamente continentale. II passaggi zenitali del sole hanno delle importanti ripercussioni sul clima planetario, influenzando gli spostamenti del famoso “fronte di convergenza intertropicale“, noto anche con l’acronimo di ITCZ, una estesa cintura di bassa pressione di natura termica, nei bassi strati, che circonda la terra attorno l’equatore.

ITCZIl regime di bassa pressione termica (valori che possono scendere sotto i 1005-1004 hpa), che predomina lunga la fascia equatoriale, è originato dal costante riscaldamento e dalla convergenza degli Alisei di NE e SE che convogliano masse d’aria molto umide e calde proprio attorno l’equatore. Quest’ultime scontrandosi sono costrette ad innalzarsi verso l‘alto, agevolando la formazione di forti moti convettivi (correnti ascensionali particolarmente intense) che alimentano l’insorgenza di imponenti nubi cumuliformi (cumulonembi temporaleschi che possono raggiungere anche i 16-17 km di altezza), capaci di dare luogo a forti temporali e rovesci di pioggia (alle volte accompagnate da impetuose raffiche di “downbursts”) anche violenti, solitamente concentrati durante le ore pomeridiane e serali.

p10_itcz_julIl “fronte di convergenza intertropicale”, un indice climatico spesso molto importane ma spesso sottovalutato, non resta stabile presso l’equatore, ma subisce delle periodiche fluttuazioni a sud e a nord della linea equatoriale, seguendo i passaggi zenitale del sole.

In questo periodo, con l’avvento della primavera boreale, il sole comincia ad avvicinarsi allo “Zenit” nella fascia a nord dell’equatore, con massimi di insolazione concentrati tra i mesi di Maggio e Giugno a ridosso del tropico del Cancro.

Fig.3 - La posizione dell’ITCZ e dei venti dominanti in Africa durante l’inverno boreale (sinistra) e durante l’estate boreale (destra)
Fig.3 – La posizione dell’ITCZ e dei venti dominanti in Africa durante l’inverno boreale (sinistra) e durante l’estate boreale (destra)

Ciò comporta un conseguente innalzamento dell’ITCZ verso la zona climatica a nord dell’equatore, iniziando quel cammino che lo spingerà verso la fascia tropicale settentrionale, dove l’arrivo dell’estate boreale coincide con l’inizio della stagione delle piogge (le piogge zenitali sull’Africa sub-sahariana e i Monsoni sull’Asia meridionale). In questi giorni il graduale riscaldamento dei territori semi-desertici dell’Africa sub-sahariana, generato dall’avvicinamento del sole allo “Zenit” (sempre più alto sull’orizzonte) e alla presenza di un regime anticiclonico, con aria calda e molto secca nei bassi strati, sta favorendo una fluttuazione dell’ITCZ verso nord lungo il fronte africano.

caldo 14 aprileDifatti il “fronte di convergenza intertropicale” si sta approssimando al Golfo di Guinea e i paesi che si affacciano su di esso, causando una notevole intensificazione dell’attività convettiva nelle suddette zone, ulteriormente enfatizzata dall’intensificazione dall’umido “Monsone di Guinea”, che è un vento molto umido che spira da Sud o Sud-ovest e porta piogge e forti temporali lungo le coste dell’Africa occidentale, specie lungo l’area del golfo di Guinea, ecco perché prende tale nome.

Questo vento, semi/permanente lungo la fascia sub-equatoriale dell‘Africa occidentale, corrisponde all’Aliseodi SE che viene fatto deviare verso destra dalla profonda depressione termica equatoriale (regime di bassa pressione termico attivo nei bassi strati della troposfera) dell’Africa centrale, questo spiega perché nei bassi strati, lungo il Golfo di Guinea, quasi tutto l’anno abbiamo venti permanenti al suolo da Sud, S-SO e SO.

La linea dell'ITCZ ben delineata sul Pacifico orientale
La linea dell’ITCZ ben delineata sul Pacifico orientale

Con la risalita verso nord del “fronte di convergenza intertropicale” il “Monsone di Guinea” si intensifica notevolmente lungo l’area del Golfo di Guinea, cominciando a risalire verso nord, trasportando le prime infiltrazioni umide verso i settori più meridionali della fascia saheliana, dove l’aria umida scalza l’aria molto secca e calda preesistente, favorendo lo scoppio dei primi forti temporali termoconvettivi (temporali di calore) durante le ore pomeridiane e serali.

Proprio quello che sta accadendo in questi giorni sui paesi che si affacciano al Golfo di Guinea, dove la risalita dell’ITCZ e l’insorgenza di aria ricca di umidità dai quadranti meridionali sta alimentando le prime grosse “Cellule temporalesche” e la formazione dei primi “Clusters di multicella” che segnano l’inizio della stagione piovosa fra il nord del Camerun, la Nigeria, il Ghana, la Costa d’Avorio, il Benin, il Togo e gli altri stati che sporgono sull’area guieana.

Fig.6 - Rappresentazione dello scontro tra le masse d’aria sahariane (rosso) e monsoniche (blu) lungo la linea dell’ITCZ, ad Ottobre (sinistra) ed a Giugno (destra).
Fig.6 – Rappresentazione dello scontro tra le masse d’aria sahariane (rosso) e monsoniche (blu) lungo la linea dell’ITCZ, ad Ottobre (sinistra) ed a Giugno (destra).

Questo spostamento verso nord del “fronte di convergenza intertropicale”, con l’innesco di una intensa attività convettiva a nord dell’equatore, sta favorendo a sua volta uno spostamento verso nord della “Cella di Hadley” sul continente africano, con una contemporanea estensione a settentrione dell’area interessata dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti associate a un regime di alta pressione).

Attualmente il baricentro del potente anticiclone sub-tropicale si trova posizionato nel cuore della regione sahariana, dove il clima si presenta secco e molto caldo, con il continuo soffio dei polverosi venti di “Harmattan”. Un ulteriore fluttuazione verso nord dell’ITCZ, potrebbe spingere i margini settentrionali del promontorio anticiclonico sub-tropicale nord-africano, figura barica latitante ormai da molti mesi, fino al bacino del Mediterraneo, influenzo più direttamente le condizioni meteorologiche anche sul nostro paese.

t02m_011Un’altra nota da segnalare, a favore dell’avvento dei periodi maggiormente stabili e soleggiati della stagione primaverile, riguarda una lieve quanto fisiologica (visto il periodo) attenuazione del fortissimo “getto sub-tropicale” sulla fascia tropicale, ed in particolare sopra l’Atlantico tropicale e l’area del Sahara centro-occidentale, fra il Marocco e l’Algeria.

Questo rallentamento del “getto sub-tropicale”, e il suo graduale innalzamento verso nord, potrebbe agevolare lo sviluppo, in sede tropicale (visto l’indebolimento dei forti venti occidentale in quota per il venire meno del “gradiente di geopotenziale” e la creazione di maggiori aree con scarsa ventilazione), di promontori anticiclonici abbastanza robusti e ben strutturati nell’alta troposfera, liberi di espandersi fin verso le medie latitudini, interessando più da vicino il Mediterraneo e l’Europa meridionale.

Parliamo di strutture anticicloniche mobili che muovendosi in seno alle ondulazioni del “getto sub-tropicale” (onde tropicali) condizioneranno l’andamento meteo/climatico nella fascia temperata, con prolungati periodi di stabilità e avvezioni calde sempre più pronunciate, pronte a generare le classiche scaldate tipiche della stagione primaverile. Proprio quello che si verificherà la prossima settimana sull’area mediterranea, dove molti modelli, a causa dell’indebolimento del “getto sub-tropicale” sopra il Sahara centro-occidentale, prefigurano la formazione di una onda risonante troposferica che dal cuore del Sahara si allungherà verso l’Algeria e il nord della Libia, lambendo con la propria cresta il Mediterraneo e avvettando su questo aria sempre più calda d’estrazione sub-tropicale continentale. Segno inequivocabile che i tepori della bella stagione e i periodi di maggiore stabilità e tempo anticiclonico cominciano ad avanzare, seppur con molta gradualità.

 

http://www.meteoweb.eu/2016/04/gran-caldo-in-arrivo-ecco-perche-lanticiclone-africano-diventera-sempre-piu-invasivo-nel-mediterraneo/663499/

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