Gennaio (e l’inverno) per il Nord Italia è il mese con minori precipitazioni dell’anno, mentre il Sud Italia vede il picco annuale di pioggia d’inverno.
I venti freddi da nord trovano ostacolo nell’arco alpino, tanto che il gelo viene rapido solo da est, e mai da nord, se non dopo un aumento della temperatura per il foehn.
Durante le ondate di gelo, per il Nord Italia c’è un mix di elementi che abbassano la possibilità di bufere di neve, tanto che quando avvengono sono ricordate come un evento memorabile (esempio il blizzard di Santa Lucia del 13 dicembre 2001).
Le abbondanti nevicate che succedono al Nord Italia seguono le ondate di gelo, e succedono al transito di perturbazioni Atlantiche, eccetto l’Emilia Romagna che vede gran neve dall’Adriatico durante le ondate di gelo.
Per il freddo che si è avuto (ormai è cosa passata) al Sud Italia, vari mass media hanno definito l’Italia capovolta, rafforzando quel luogo comune che vorrebbe il Sud Italia con perenne clima inverale mite. Eppure statisticamente le regioni del Sud Italia sono assai vulnerabili alle irruzioni di aria fredda che vengono da nord est più che il Nord Italia.
Riguardo la neve, statisticamente nevica più frequentemente in Puglia che nella Riviera di Ponente della Liguria, e nelle coste della Toscana.
Nelle regioni adriatiche, i venti freddi da nord si caricano di umidità sul mare ed in prossimità delle terre emerse si condensano in nubi che poi causano precipitazioni.
L’Italia a testa in giù è un luogo comune. Climatologicamente, il Sud Italia ha una sua dose annuale di freddo da smaltire, e l’orografia italiana fa si che quando nevica e fa freddo al Sud, al Nord splenda il sole.
Fonte: Meteogiornale.it