Il bizzarro piano, annunciato a febbraio, per ricongelare l’Artide e scongiurare così il pericolo dello scioglimento dei ghiacciai verrà testato in Svizzera. Il team di scienziati, guidato da Johannes Oerlemans della Utrecht University, tenterà di preservare un piccolo ghiacciaio posto ai piedi della località di Diavolezzafirn, nei mesi più caldi, spargendo neve artificiale. Se riuscirà nell’intento, l’esperimento potrà essere esteso anche al Morteratsch, il ghiacciaio più famoso, un vero e proprio tesoro che arretra di 30 metri ogni anno.
Il progetto pilota di salvaguardia, ideato dall’università di Utrecht e dal costo di circa 100mila dollari, è stato finanziato, secondo quanto riferisce Quartz, dagli abitanti del luogo, decisi a portare in salvo un tassello importante della loro identità. I ghiacciai sono attrazione paesaggistico-sciistica in Svizzera, ma, secondo uno studio dell’ente forestale elvetico e dell’università di Neuchatel, sono fortemente minacciati dai cambiamenti climatici: basti pensare che si hanno in Svizzera ben 40 giorni nevosi in meno delle medie degli anni Settanta.
Ma quale tecnica verrà utilizzata per portare in salvo questi giganti ghiacciati? A febbraio, il fisico Steven Desch e i suoi colleghi dell’Arizona State University hanno proposto un’idea futuristica e bizzarra per salvare i ghiacciai dal pericolo rappresentato dal surriscaldamento globale: ricongelare l’Artide. Sulla rivista Earh’s Future, hanno spiegato come dieci milioni di pompe alimentate con la forza del vento potrebbero “sparare” fino a un metro di ghiaccio in più sullo strato già presente.
La stessa strategia potrebbe ora essere attuata in Svizzera: gli scienziati intendono spargere neve artificiale nella speranza che il manto possa mitigare la riflessione dei raggi solari e rallentare lo scioglimento alla base del ghiacciaio. Oerlemans ha presentato il suo piano al recente meeting annuale dell’European Geosciences Union a Vienna, in Austria: la sua proposta è stata accolta con entusiasmo e speranza. Se il test funzionerà, la strategia rivoluzionaria potrebbe essere adottata per preservare altri ghiacciai in pericolo. È innegabile quanto la soluzione sia fuori dal comune, ma, nei periodi di crisi, sono spesso le idee più insolite ad avere la meglio.
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