Riportiamo da https://meteogiovannimicalizzi.wordpress.com/2018/02/15/il-clamoroso-strat-warming-il-gelo-conquista-leuropa-inverno-daltri-tempi/
Ciò che è successo ai piani alti dell’atmosfera, in Stratosfera, ha dell’incredibile e soprattutto ormai chiarito che si è trattato di qualcosa fuori dal comune, da record.
L’evento di riscaldamento ha assunto valori tremendi, anche superiori alla famosa “fiammata stratosferica” del Dicembre 1984 quando seguì poi l’evento storico di gelo e neve in molte zone italiane.
Ma come abbiamo avuto modo di seguire e informarci in merito, la questione non risulta molto chiara per l’orticello italico, perché, come spesso avviene anche senza eventi stratosferici così imponenti, rimane sempre un’area molto difficile per le previsioni relative a certi eventi atmosferici dalle caratteristiche fredde.
Se da un lato ormai abbiamo la sicurezza della propagazione troposferica dei risvolti che si sono materializzati ai piani più alti, per far si che l’evento atmosferico imponente di neve e gelo si propaghi anche all’area del Mediterraneo centrale, non solo ci vogliono incastri perfetti ma anche una buona dose di effetti fortuiti.
Tralasciando da parte anche indici a favore, come Ao, Nao, MJO e tanti altri che stanno messi in modo soddisfacente per un grosso evento di freddo/gelo e neve a spasso per il Continente, la soluzione media degli scenari dipinge molta confusione per le sorti italiane.
Il polo del freddo/gelo più intenso molte volte resta confinato oltre le zona alpine, le quali in prevalenza di correnti attorno settentrione funge da parziale barriera smorzandone gli effetti più crudi.
Diverso il discorso se l’entrata delle masse d’aria avviene con direttrice Nord/est-Sud/Ovest, dove la massa fredda riesce a mantenere certi effetti in intensità e soprattutto come qualità è molto è più fredda della precedente.
Scenari ipotizzati nel prossimo imminente futuro?
Le conseguenze andranno valutate attentamente, anche in vista degli sbalzi d’umore dei centri di calcolo, i quali alternano run improntate a freddo intenso ad altre miti atlantiche piovose ma non nevose alle bassissime quote.
L’assetto che tenderà a manifestarsi sull’Europa è raro, cioè non comune alle caratteristiche che un modello riceve in media per questa parte dell’Emisfero settentrionale, dove i venti oceanici tendono a procedere da Ovest verso Est e non viceversa.
Adesso ci troveremo di fronte l’esatto opposto, dove anche in questo caso si è registrato un valore da record per quanto riguarda questo cambio di venti, i quali spireranno da Est verso Ovest grazie allo Split del Vortice Polare con isolamento sul comparto siberiano e russo di una parte del Vortice Polare.
L’Italia quante probabilità ha di assaporare l’evento cruento?
Diciamo subito, come avevo già menzionato poc’anzi, che per evento si tratta di una manifestazione atmosferica fuori dal comune, eccezionale e rara stile 1956-1985-2012-2017 ecc.
Questi eventi hanno segnato valori da record in termini di neve e gelo, ma al momento è impossibile dire dove colpirà il gelo con valori di isoterme nella libera atmosfera che saranno in grado di produrre valori molto bassi.
La media degli scenari dice che l’Europa orientale e centro-settentrionale potranno assaporare fasi di gelo e neve di forte o violenta entità, mentre il nostro Paese è ancora al vaglio delle ipotesi che valuteremo nei prossimi giorni.
Il problema è capire dove il blocco atlantico si manifesterà e soprattutto come e quanto potrebbe condizionare il tempo in casa nostra, data la sua disposizione geografica che spesso e volentieri non accontenta tutti, grazie anche al fatto che è uno dei posti più ciclogenetici al Mondo.
Dunque non ci resta che aspettare gli ultimi tasselli per completare un puzzle dai connotati storici già scritti per molte fasi già avvenute ai piani stratosferici che entreranno di diritto nella storia della meteorologia, quelli adesso troposferici e orticellistici li capiremo strada facendo.