Cerchiamo di capire come mai si parla tanto di cambiamenti del clima, partiamo dal modo di dare la notizia dei nostri giorni.
Il clima sta cambiando, ormai è praticamente un dato di fatto. Si sta ancora tentando di capire come e perchè, ed in che modo i cambiamenti dovuti al clima possono essere influenzati dall’uomo o possono essere fermati. Si sta discutendo animatamente di quello che viene chiamato surriscaldamento globale, con cambiamenti climatici di natura antropica, ovvero indetti dall’uomo: in particolar modo si sta dicendo molto su come queste teorie possono essere giudicate veritiere, su quali basi e su quale scala temporale. Quello del clima è certamente uno degli argomenti di conversazione preferiti, sia da giornalisti, sia da climatologi, sia da persone non addette ai lavori, e molto spesso girano luoghi comuni inesatti, imprecisi ed incompleti, a volte dettati dal fatto che c’è troppa libertà di informare “a modo proprio” il cittadino, pur non avendo una buona ed adeguata dose di esperienza.
Con questo breve articolo, vorremmo iniziare una serie di news incentrate sul perchè il clima sta cambiando, se sta cambiando e come sta cambiando, ma vorremmo iniziare a parlarne dalla base del giornalismo, niente tecnicismi, solo ragionamenti che ognuno può fare.
La prima domanda che uno si farà, specialmente d’Estate o d’Autunno è: accidenti quanti fenomeni estremi, il clima sta cambiando per davvero!
Si tratta di un’affermazione un po’ troppo superficiale, bisogna spingersi un pochino oltre. Tutti ci stiamo chiedendo come mai ogni settimana in Italia e nel mondo ci sono tornado, uragani, grandinate rovinose e tempeste di neve e gelo, mentre fino a pochi anni fa non succedeva niente di tutto questo. Il caso diventa lampante se si pensa alle recenti numerose alluvioni al Centro-Nord d’Italia, divenute tante e troppo ravvicinate in quello che passerà alla storia come uno tra gli anni più piovosi del secolo, e giù commenti come “scie chimiche”, “modificazione del clima”, “non era così anni fa”, “mai viste tutte queste alluvioni” ecc…
Vi siete mai chiesti com’era l’informazione anni fa? Trent’anni fa c’era solo la Rai e la Fininvest (Mediaset) che ovviamente non poteva arrivare dappertutto, poi c’era la radio e la carta stampata. Sessant’anni fa c’era la radio e la carta stampata, nessun social network. Dieci anni fa c’è stato il boom vero e proprio di internet in Italia, mentre prima era guardato con sospetto e timore reverenziale. Con l’avvento di internet, quei pochi strumenti d’informazione sono decuplicati: sono nati blog, pagine sui social network, siti, sitarelli, giornalini vari e congregazioni di ogni tipo.
Fino a non troppo tempo fa, sulle reti televisive e sui giornali arrivavano solamente informazioni relative ad alluvioni e tornado nelle principali località italiane, ovvero i grandi capoluoghi e laddove si svolgevano eventi sportivi, sagre feste, mentre la notizia di un’alluvione in un’area limitata poteva arrivare dopo tante ore, perfino dopo giorni e giorni! Le grandinate? Le forti raffiche di vento? Ci sono sempre state, ma non era argomento di conversazione, e gli organi di stampa ne parlavano solo se si trattava di qualcosa di veramente clamoroso. Ora, con l’avvento di internet e dei social network, possiamo sapere in tempo reale cosa sta succedendo in Nuova Zelanda o in Patagonia, con uno scarto di pochi secondi. Non sfugge niente, e ormai c’è talmente tanta competizione giornalistica che i siti fanno a gara a chi trova l’evento climatico più estremo e più nascosto.
Fonte: scienzenotizie.it dec 9, 2013 – non prescription baclofen in belgium, buy atarax, atarax online, order atarax cipro generic order cipro buy zoloft 100mg generic zoloft during pregnancy buy zoloft online dapoxetine buy best ed drug with alcohol. the,increasing your sluggish metabolism as possible generic dapoxetine. online, purchase atarax online, generic atarax, atarax 25 mg tablet, atarax 10mg tablets. buy baclofen for pct in arkansas, when to take baclofen during order generic baclofen in south africa .
Valerio Ferrara
Finchè c’è petrolio a buon mercato il clima non cambia