Spesso si sente parlare di queste linee secche. E’ uno delle tante modalità dell’atmosfera di regalarsi momenti instabili, anche dopo il passaggio di un fronte freddo.
Se al suolo è rimasta dell’aria fresca ed umida, Il contrasto con quella, analogamente fresca, ma più secca che scorre in quota, che risulta più pesante a parità di temperatura, determina la formazione di cellule temporalesche anche estese.
Tipico è il caso della Valpadana quando dell’aria fredda vi irrompe sia da nord che da est per colmare lo scarto barico con il versante nordalpino, con quelli da est che si presentano decisamente più umidi: laddove queste due correnti si incontrano, si creano le condizioni per un innesco temporalesco, con l’aria più secca che solleverà bruscamente quella più umida, favorendo la formazione di un bel cumulonembo.
Se l’instabilità riguarda solo i primi 2km di quota è difficile che si vada oltre qualche rovescio e difficilmente si arriva al temporale vero e proprio, ma se risulta instabile anche tutta la restante parte della colonna d’aria, con curvatura ciclonica in quota, i temporali saranno decisamente più probabili e tenderanno a figliare a ritroso da est verso ovest, con diverse celle distese come stoccafissi su un filo ideale a gocciolare verso il basso.
In altre parole l’innesco lo fornisce il vento da est, ma i fenomeni non si muovono a ritroso, è la formazione di altre celle più ad ovest che fornisce questa impressione. Più il vento da est si spinge verso ovest allora, più i temporali potranno figliare anche in Piemonte.
Si tratta spesso anche di temporali a supercella, grazie ad una variazione della direzione del vento con la quota molto marcata, favorita dallo scontro pesante tra le correnti d’aria. Ne conseguono anche rilevanti grandinate.
In realtà l’area più colpita dagli incontri ravvicinati tra il nord e l’est risulta quella tra Bergamo e Brescia, ma è altresì famosa anche la linea dell’Adda, oltre la quale difficilmente il vento da est è in grado di spingersi con forza e l’aria risulta troppo secca per favorire le formazioni cumuliformi.
E’ vero però che il vento da nord, più ci sposta verso il Bresciano, più tende ad indebolirsi, dunque prevale solo il vento umido da est ma senza contrasti con il nord.
Da qui è nato il mito delle dry lines dell’Adda.