Di certo non è il caso attuale, almeno per ora, ma un autunno più freddo della norma potrà mai accompagnarsi ad un inverno altrettanto scoppiettante? La sarabanda degli indici teleconnettivi, quelli che descrivono i settori climatici del Pianeta e possono contare su una certa capacità predittiva, non ci offre una risposta univoca ma con adeguati strumenti, questa nuova branca della ricerca può aiutarci a porre delle basi statistiche sulle quali impostare gli studi futuri. Esempio attuale: minimo solare (il Sole non è al minimo ma mostra un’attività sotto tono) e venti stratosferici orientali (indice QBO negativo, anche se ancora per poco) sarebbero già un buon inizio per inquadrare eventuale predisposizione a scambi meridiani, quelli che ci possono portare l’aria fredda dell’Artico già a ottobre.
Eppure abbiamo sotto mano frequenti casi che hanno sovvertito questa premessa. Basti pensare all’inverno 2007-08 che, pur avendo tutte le carte in regola per assumere caratteristiche quasi eccezionali, alla fine si è arenato sul classico binario morto. Ma senza andare molto lontano, lo stesso “non inverno” 2014-15, che sulla carta poteva essere una stagione da leoni, ha rischiato invece di infrangere il record di inverno più caldo degli ultimi decenni, e non solo in Italia ma su gran parte dell’Europa. Vogliamo ora metterci anche il ciclo dell’ENSO, quello che alterna i fenomeni di El Nino e La Nina?
Ebbene, sempre per fare un esempio, negli inverni 2011 e 2012 il Pacifico ci è andato giù pesante con una super Nina che ha ingozzato l’anticiclone azzorriano fino a farlo spanciare verso l’Europa occidentale, mettendo così in difficoltà la stagione invernale. Fu infatti un altro inverno senza grandi pretese, fuori ancora una volta dalle aspettative statistiche stagionali, ad eccezione dell’intensa ondata di freddo a cavallo dei primi 15 giorni di febbraio 2012. E che dire dell’attuale fase di El Nino strong? Fiumi di parole.
E allora al momento cosa si può dire? Che ora ci troviamo dinnanzi ad un autunno che potrebbe fare l’autunno. All’orizzonte si prospetta un temporaneo scambio di consegne tra le piovose correnti atlantiche e il respiro più freddo continentale. Stop. A questo punto possiamo già dedurre che questa sarà l’impostazione del prossimo inverno? Risposta negativa. Possiamo credere fin d’ora che il nostro Generale sarà in grado di ribaltare il trend degli ultimi anni senza rimanere ancora una volta una mezza stagione? Risposta negativa, punto. E di certo le cose non cambieranno, andassimo anche a scovare tra le pieghe più nascoste del web le notizie più incredibili dalle fonti più improbabili.
L’errore più banale che possiamo commettere infatti è quello di affidarci al “rifugium peccatorum” di turno, dove si dice esattamente quel che vorremmo sentirci dire, ai vari tam tam del “sentito dire”, delle “sensazioni personali”, dei “titoloni a effetto” e, non ultimo, anche ai nostri facili entusiasmi. Insomma, l’essere umano è notoriamente portato a seguire la massa, il più delle volte senza chiedersi i motivi, se sia giusto o sbagliato, ma affidandosi alla logica più sbrigativa: “Lo dicono in molti e allora è vero”. “Ho letto, ho sentito, ho visto che sarà un inverno freddo”. Errore. Quello sarebbe il “freddo delle pecore” (come direbbero gli Svizzeri), di chi pensa con la testa degli altri.
E allora, per una volta, lasciamo che ai nostri indici teleconnettivi lavorino gli esperti climatologi, passiamo oltre a chi fabbrica titoli, a chi indottrina senza essere dottore, usciamo dal gorgo dei social spazzatura e limitiamoci a sperare; sperare in un autunno giusto, democraticamente piovoso e in un inverno altrettanto coerente, perchè queste sono le nostre stagioni. E’ volere troppo?
Buon autunno a tutti.
Luca Angelini per Meteoservice.net