Gli oltre 12.000 avvistamenti di UFO del Progetto Blue Book studiati dall’aeronautica militare americana si possono leggere e studiare in Internet. Un lavoro durato anni che permette di analizzare gli avvistamenti (anche quelli controv
“Welcome to the Project Blue Book Collection”. Si apre così il sito dove, dopo decenni di richieste da parte del pubblico e soprattutto di ricercatori UFO, vengono messi a disposizione gratuitamente tutti i casi raccolti e studiati dal Progetto Blue Book, l’ultimo di una serie di studi sistematici condotti dell’aeronautica militare statunitense (USAF), tra il 1947 e il 1969, sugli avvistamenti di oggetti volanti non identificati nel territorio statunitense e in buona parte delle Americhe e dell’Europa.
Sul sito sono oggi disponibili e ricercabili tutti i 12.618 rapporti catalogati in quegli anni dall’Air Force nel Blue Book Project. Ogni segnalazione, avvistamento e caso misterioso veniva raccolto e analizzato per scoprire – con la tecnologia e le conoscenze di allora – se si trattasse di un “contatto” con alieni potenzialmente ostili o pericolosi.
Perché SONO ANCORA interessanti. Le conclusioni del Progetto Blue Book non furono particolarmente esaltanti per gli ufologi che, proprio per questo, le contestarono con veemenza. Secondo il governo americano soltanto 701 avvistamenti, il 5,5% del totale, non avevano una spiegazione convincente, mentre la stragrande maggioranza degli avvistamenti non aveva nulla a che fare con astronavi aliene. Uno smacco per tutti coloro che – anche in buona fede – erano alla ricerca di un contatto con gli alieni.
Diversi ufologi, tuttavia, hanno sempre sostenuto che i numeri non quadrassero, perché in realtà i casi non identificati sarebbero stati 560. Perché allora l’Usaf avrebbe dato una cifra diversa? Inoltre secondo altri ufologi i casi sarebbero stati circa 14.000 e di questi ben 1.600 poco o per niente chiari.
Gli ufo, la cia e il Blue Book
Alla ricerca di una spiegazione. Forse ora, un’analisi più accurata e con metodi attuali potrebbero risolvere le discrepanze e verificare se le centinaia di ufo senza spiegazione potrebbero trovarne una. È proprio questa la tesi del creatore del sito, John Greenwald (non c’entra nulla con Gleen Greenwald, il giornalista che ha raccolto le confessioni e i dati di Edward Snowden sui programmi di sorveglianza di massa) che, avvalendosi del Freedom of Information Act, ha chiesto e ottenuto dal Governo statunitense di avere tutti i documenti e con pazienza li ha messi nel sito.
Casi limite. Tra questi, c’è il famoso avvistamento di Kenneth Arnold, il quale, il 24 giugno del 1947 osservò nove Ufo muoversi in diagonale in formazione a velocità elevatissima. Essi sorvolavano il Monte Rainier. In quell’occasione venne coniato il termine “Flaying Saucers”, “piatti volanti”, con il quale gli Ufo vennero poi chiamati negli Stati Uniti e un po’ in tutto il mondo.
Non ci sono invece documenti che riguardano l’incidente di Roswell, il controverso caso di un presunto oggetto alieno caduto nel luglio del 1947 in New Mexico. In compenso ci sono casi davvero singolari come quello di un gruppo di persone che rimangono per oltre un’ora ad osservare un oggetto in cielo dal colore verdastro che poi loro stessi individuano come il pianeta Venere.
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