riportiamo da meteolive
Un sole “debole” può contribuire a raffreddare un po’ la Terra?
Sul sole avvengono reazioni termonucleari di immane potenza che proiettano nello spazio ingenti quantità di energia. Come un enorme motore l’attività solare è soggetta a fluttuazioni energetiche, ad accelerazioni e decelerazioni, che rispondono a regole ben precise.
Gli effetti delle radiazione solare sulla Terra tuttavia sono molto complessi e potrebbero essere riassunti in tre punti fondamentali spesso correlati fra loro: 1) La variazione dell’irraggiamento solare in base a i cicli di attività del sole dovuti a variazioni nella trasparenza e riflettività atmosferica terrestre.
2) Variazione della radiazione UV che varia notevolmente all’interno di un singolo ciclo solare, con un fattore che va da 2 a 10. Tale variazione causando una maggior produzione di ozono, potrebbe portare ad un surriscaldamento della stratosfera, con ripercussioni su tutta la circolazione atmosferica.
3) Variazione del vento e del campo magnetico solare e la formazione di nubi. Un vento solare intenso interferisce con i raggi cosmici più energetici provenienti dallo spazio profondo influenzando la formazione delle nuvole. Gli scienziati si chiedono ormai da tempo quale ruolo possa avere la nostra Stella nei cambiamenti climatici del nostro Pianeta e se oggi sia possibile ricondurre l’attuale modesto riscaldamento globale a una maggiore attività solare. Studiando le correlazioni tra l’attività solare e l’andamento delle temperature sulla Terra, gli scienziati hanno trovato spesso delle coincidenze, ma a volte discrepanze sostanziali.
Il Sole come sappiamo è una stella in un certo senso variabile, cioè che possiede dei cicli energetici di varie lunghezze d’onda tra i quali il più famoso, è quello che copre un lasso di tempo compreso tra i 9 e 11 anni. Ebbene, durante gli ultimi due cicli di undecennali, si è misurata una variazione energetica positiva dello 0.1%, corrispondente a circa 1 W/m2.
Ma il dato più rilevante è che dalla fine della PEG, il Sole ha spesso vissuto fasi di incredibile attività che potrebbero spiegare l’impennata delle temperature degli ultimi decenni a livello globale. Per ritrovare un simile livello di attività, bisogna andare indietro di 8000 anni, alla fine dell’ultima grande Era Glaciale.
L’energia totale emessa dal Sole, non corrisponde all’energia che giunge sulla superficie terrestre. Infatti nell’atmosfera sono presenti gas che assorbono in modo diverso la radiazione solare, modificando nello spazio e nel tempo la quantità che riesce a raggiungere la superficie. Nell’ultimo secolo si è assistito ad una riduzione della luminosità solare, ma in realtà non è il Sole che riduce la propria intensità, bensì è il maggior inquinamento atmosferico a filtrare una buona percentuale di radiazione solare.
Il fenomeno ha raggiunto l’apice tra l’inizio del 1900 sino alla fine degli anno 80, per l’utilizzo massiccio di combustibili a base di carbone. Con il progresso tecnologico e una maggior attenzione per l’ambiente e per la nostra salute, si è optato per un utilizzo sempre più contenuto di combustibili solidi a base di carbone. In tal modo la nostra atmosfera nel corso degli ultimi decenni risulta più trasparente, permettendo alla radiazione solare di raggiungere con maggior intensità il suolo. L’aumento delle temperature su scala globale quindi potrebbe essere frutto di un surplus energetico proveniente dal sole, paradossalmente favorito dall’Uomo che ha emesso meno CARBONE.
La fase di “letargia” solare attuale, cioè caratterizzata da poche macchie, così come quella che si verificò a cavallo tra il 2008 e il 2010, potrebbe favorire un certo calo delle temperature medie globali, stagioni estive meno roventi, stagioni intermedie più dinamiche e piovose, inverni più rigidi, chiaramente tutto è ancora da dimostrare, ma è accertato che una fase di bassa attività solare favorisce l’arrivo di raggi cosmici dallo spazio profondo che riescono a raggiungere con maggior successo gli strati più bassi della nostra atmosfera interagendo con essa.
Nel corso delle tempeste solari, il nostro pianeta è investito da una tempesta di particelle provenienti dal sole ma che in realtà tende a spazzare via i raggi cosmici provenienti dal lontano cosmo, cioè quelli più energetici ed efficaci nel processo di produzione delle nubi. Si può dedurre quindi che il Sole, insieme ai raggi cosmici possano giocare un ruolo fondamentale sull’andamento climatico terrestre.