Editoriali — 16 Ottobre 2014

Sebbene in Italia non si sia ancora usciti dall’Estate, termicamente parlando, il resto dell’Emisfero Boreale sta dando segnali di un precoce innevamento, estremamente esteso. La neve caduta in settembre nelle terre nord-americane ha fatto segnare il record di sempre in estensione. Tale trend positivo sta continuando anche a ottobre: anche le immense terre siberiane sono ricoperte dalla neve, secondo estensioni davvero notevoli.
La causa va ricercata in un Vortice Polare nato debole, e già propenso a venire sostituito da alte pressioni polari che ricacciano verso sud i suoi lobi gelidi. In tal modo la neve può cadere anche a latitudini inusuali per il periodo.
Ma tutto ciò non è solo un interessante analisi dei fatti meteo di questo periodo: sappiamo infatti che a partire dagli studi di Cohen l’innevamento boreale, e in particolare siberiano e euroasiatico, del mese di ottobre viene letto come importante predittore di come potrà comportarsi l’AO invernale. Detto in parole semplici. Maggiore sarà l’estensione nevosa boreale, soprattutto in Eurasia e alle latitudini più basse, e maggiore sarà la probabilità che il VP in inverno possa risultare molto disturbato (AO negativa).

Ovviamente, se il VP sarà spesso invaso da irruzioni calde delle onde emisferiche, allora i suoi gelidi lobi potranno facilmente scorrere verso sud, sino a colpire le regioni temperate boreali. Aumentano quindi le probabilità di forti e persistenti irruzioni artiche verso sud.

E l’Italia?
Il discorso vale per tutti, ovviamente.
Ma mentre gli USA, ad esempio, sono un territorio vastissimo, così come la Russia o la Cina, pensare di poter fare una previsione per l’Italia adesso, anche in uno scenario di AO negativa, è assurdo. Quello che si può solo dire è che ci potrebbero essere maggiori probabilità di occasioni fredde. Sempre chiaramente che l’indice SAI e i suoi nipotini finiscano in territorio negativo
I due indici, e tutti quelli correlati alla nevosità boreale ottobrina, avranno un valore definitivo a fine mese, ovviamente. Per ora il SAI di Cohen sta facendo segnare il record da quando è nato: l’estensione nevosa della Siberia è superiore in questo periodo anche all’anno scorso.
Fonte: Meteogiornale.it

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