Climatologia — 26 Luglio 2015
Prima di 165-200 milioni di anni fa il neo generato mantello roccioso terrestre, noto come Pangea, era un unico blocco continentale, circondato da un unico oceano. Con il tempo però, la parte Sud di Pangea, nota come Gondwana, ha iniziato a separarsi da Pangea, trasformandosi poi nel corsoi di milioni di anni in ciò che noi oggi conosciamo oggi come il Sud America. La profonda e vasta spaccatura così apertasi nella crosta terrestre favorì la formazione di un megavulcano che inondò di magma rovente basaltico più di 1,3 milioni di chilometri quadrati tra Brasile, Uruguay, Paraguay. L’indice di esplosività vulcanica eruzione assegnato all’evento è pari a 8, il valore massimo con cui vengono classificate le eruzioni vulcanica “apocalittiche” o “mega-colossali”. Questo punteggio è dato a qualsiasi evento che espella più di 1000 chilometri cubi di roccia, come il supervulcano Toba fece in Indonesia 74 mila anni fa, Un evento di tale portata bruciò con la lava infuocata tutto il territorio per 600-700km in ogni direzione. La enorme quantità di cenere vulcanica, ha riflesso senz’altro quasi tutta la radiazione solare, gettando la terra nel buio di un lungo inverno per ranni e anni. Per confronto, l’eruzione di Toba, molto più piccolo dell’evento in questione, è stato stimato a abbia causato circa 10 gradi di raffreddamento globale per quasi un decennio. Notizia ripresa da https://www.newscientist.com/ ma profondamente rimaneggiata da questa redazione.
Fonte Articolo:
Col. Mario Giuliacci