Iniziamo dal presente, bella giornata su quasi tutte le regioni italiane, con i soliti annuvolamenti pomeridiani in Appennino, ma meno diffusi e più spostati verso sudest, nei settori meridionali (fig.1).
fig.1
Nella fig.1 appaiono molaspetti caratterizzanti il tempo dei prossimi giorni. Lo slancio altopressorio presente su tutto il Mediterraneo occidentale non cambierà infatti posizione, ma si rafforzerà sul posto, alimentato da aria sempre più calda proveniente dal nordafrica (fig.2).
fig.2
Per questo motivo, l’onda calda colpirà soprattutto il nord della penisola, compresi i settori alpini ed Europa centrale, con temperature di alcuni gradi sopra norma (i 33-34° C saranno alla portata in Pianura Padana, come annunciato). Per lo stesso motivo, le regioni meridionali continueranno a essere raggiunte da aria relativamente più fresca dai Balcani e il caldo praticamente non verrà avvertito, con innesco di temporali pomeridiani che continueranno a bersagliare la dorsale appenninica e parte del basso Tirreno.
A seguire, giungono ancora conferme in merito a un’inversione di tendenza nell’assetto barico nel Mediterraneo occidentale. L’anticiclone africano dovrebbe lasciare i posto, infatti, entro la seconda decade, a correnti più fresche in arrivo dal nordatlantico, con eventuale lascito di gocce fredde anche nelle nostre regioni (fig.3).
fig.3
Ancora più in avanti, nuove saccature atlantiche possibili a ovest dell’Italia, con passaggio della corrente a getto nelle nostre regioni settentrionali, con temporali, e alito caldo africano a meridione, con il centro in una sorta di limbo intermedio (fig.4).
fig.4
Ecco l’Italia divisa in due quindi, con temporali al nord e caldo nelle rimanenti regioni, più intenso al sud (fig.5).
fig.5
A questo punto proviamo ad approfondire l’argomento, l’evoluzione mostrata, caratterizzata da slanci meridiani frequenti e affondi del jet stream nel continente europeo, fino al Mediterraneo, può rappresentare una chiave di lettura della prima parte della stagione?? Sembrerebbe una possibilità in effetti. Interessante l’andamento dell’ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone), che evidenzia ancora una volta una collocazione bassa di latitudine negli ultimi giorni e, in sostanza, scarsa spinta propulsiva per slanci altopressori africani nel Mediterraneo, come conseguenza di un monsone di Guinea piuttosto blando al momento (fig.6).
fig.6
Nel Pacifico, il “Nino” sta iniziando solo ora a mostrare le sue evidenze, troppo tardi per avere influenze nella stagione in corso, come si evince dall’animazione delle SSTA negli ultimi due mesi, il “rosso” appare solo alla fine lungo le coste sudamericane (fig.7).
fig.7
Le SSTA (Sea Surface Temperacture Anomalies) evidenziano un buono stato di salute della corrente del Golfo (GDF), ma allo stesso tempo la presenza di un ampio lago freddo in Atlantico, al di sopra del 50° parallelo, fattore che potrebbe contribuire ad abbassare il getto polare sull’Europa (ipotesi da verificare, fig.8).
Nel complesso comunque, ancora una volta non vi sono segnali dell’avvento di una estate particolarmente calda nel Mediterraneo, quanto piuttosto di una iniziale alternanza di fasi instabili e fresche con periodi più caldi, anche a matrice africana, ma senza un’eccessiva ingerenza dell’anticiclone africano, che anche nei modelli odierni non sembra in grado di dominare la scena in ambito mediterraneo. Le puntate africane appaiono al momento transitorie e mobili, seguite da affondi perturbati atlantici e periodi più freschi appunto, più attivi al nord, nell’ambito di un inizio estate che, sempre per adesso, potremmo definire nella norma.
Ilario La Rosa per METEOSERVICE.NET