Per la rubrica: è tempo di… Musica… Controllino alle uscite del giorno fra i dischi ( e cd) in mio possesso. Considerato che fra le molte produzioni ce ne sono alcune che non hanno saputo superare l’effimera gloria della loro contemporaneità, decido di spendere qualche riga per uno di questi lavori .
Mettiamo da parte gli anni dello sbarco sulla luna, quelli di piombo, dell’edonismo e prendiamo in considerazione il 1994.
Martedì 5 luglio, Roberto Baggio affossa la Nigeria al Foxboro Stadium e regala una soffertissima qualificazione all’Italia di Sacchi; contemporaneamente esce nei negozi “Cracked Rear View” album di debutto degli Hootie and the Blowfish, provenienti dalla South Carolina, fautori ( e semi-meteore) della rinascita folk-rock con i Counting Crows di Mr Jones.
La fascetta del Cd mi ricorda che questo lavoro ha venduto una vagonata di copie negli Usa ( 16 milioni) in brevissimo tempo divenendo uno dei debutti più acquistati della storia ed il quarto big seller degli Anni Novanta.
Sana curiosità, voglia di novità d’oltreoceano o solamente potere del marketing, mettetela come volete ma alla fine anche lo Zio versò il suo obolo.
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: nulla di epocale, nulla di definitivo o da tramandare ai posteri; certamente al tempo buttai un occhio alla line up del combo alla ricerca del nome di Eddie Vebber.
Abuso di Sagrantino di Montefalco? Probabilmente ma voi ascoltate la voce di Darius Rucker il cantante di colore della band, e poi ne riparliamo.
Tracce melodiche, orecchiabili, un pop folk che contrasta con il grunge imperante nel periodo, tre singoli di successo, “Let Her Cry”, “Hold My Hand” e “Only Want To Be With You”, molti i riferimenti a Dylan ( che per altro ha aperto una causa per citazione non autorizzata di un suo testo…)
Si lascia ascoltare. AOR.