Mentre va dipanandosi il nodo di Pasquetta, la modellistica numerica ricalcola senza sosta lo stato futuro dell’atmosfera, partendo da dati via via più freschi. E qui arriviamo già alle dolenti note, perchè nell’ultima parte di marzo, e forse anche nei primissimi giorni di aprile, di fresco ne vedremo probabilmente sempre meno.
Il grafico che vi ho proposto in allegato (riferito alle coordinate di Roma) è più chiaro di molte parole. In pratica vi sono rappresentate 20 previsioni (ognuno dei 20 cluster colorati) elaborate dal centro di calcolo americano sul modello GFS: nella parte alta la previsione si riferisce al campo di temperatura previsto alla topografia di 850hPa che, come molti di voi ormai ben sapranno, corrisponde a circa 1.500 metri di quota.
Subito sotto vi è rappresentato l’andamento del campo di temperatura ma ala superficie isobarica di 500hPa, che corrisponde a circa 5.500 metri di quota, infine in basso le precipitazioni che, come vediamo, si presenteranno piuttosto inconsistenti e frammentate.
Partendo da quest’ultimo dato pare dunque possibile l’assenza, o comunque la bassa probabilità e frequenza di importanti passaggi perturbati e infatti i prodotti convenzionali mostrano un flusso perturbato atlantico che scorrerà mediamente alto di latitudine per la stagione. Questo poichè le correnti portanti saranno mediamente piuttosto tese e non permetteranno facilmente lo sviluppo di ciclogenesi (formazione di centri di bassa pressione).
D’altro canto, se le correnti perturbate saranno piuttosto arretrate verso nord, quelle più calde non esiteranno a riempire il vuoto, portando aria masse d’aria subtropicale a lambire a più riprese il Mediterraneo e l’Italia. Da qui la possibilità che tra fine marzo e i primi di aprile le temperature si porteranno molto probabilmente al di sopra della media su tutto il territorio nazionale, con uno scarto anche vistoso (vedi appunto il grafico con la media rappresentata dalla linea verde).
Insomma, per ora non parliamo di anticicloni nord-africani o altre “amenità” simili, tuttavia ci basti fare un nodo al fazzoletto, non certo per piangere, ma per tenere presente questa precoce evoluzione verso la fase avanzata della primavera.
Luca Angelini per Meteoservice.net