Si intravvede una luce in fondo al tunnel, dopo la grande ondata di calore, potrebbero subentrare condizioni atmosferiche più fresche ed instabili ma solo dalla seconda decade di luglio in avanti. Vediamo nel dettaglio.
Quando delle ondate di calore molto intense e persistenti avvolgono il Mediterraneo, una delle prime domande che ci si pone, riguarda LA DURATA che tali episodi di stabilità estiva possono avere. Quindi si scrutano previsioni a lungo termine, linee di tendenze alternative, medie ensemble dei diversi cluster previsionali oppure, per i semplici curiosi, si sfogliano le pagine del web in cerca di articoli e previsioni dalle quali trarre preziose informazioni.
Ci troviamo infatti alla vigilia di una delle più importanti ondate di calore degli ultimi anni che sarà rilevante non tanto per gli effettivi valori termici che verranno raggiunti, quanto più per l’estensione che tale ondata di calore raggiungerà nel corso della settimana. Per quanto riguarda l’evoluzione attesa a lungo termine, decidiamo tuttavia di spezzare una lancia a favore del fresco e dell’instabilità che, almeno stando alle previsioni attuali, potrebbe tornare a proporsi sul Mediterraneo a partire dalla seconda decade di luglio.
L’avvezione calda raggiungerà infatti il proprio culmine nella giornata di venerdì 3 luglio per poi indebolirsi con gradualità nei giorni successivi. Sarà una stadiazione lunga e difficoltosa, nella quale il lento ridimensionamento delle altezze geopotenziali, corrisponderà un passaggio di consegne tra il caldo secco e quello di tipo afoso, condito quindi da elevati tassi di umidità relativa ed una situazione di disagio che ci accompagnerà anche durante le ore notturne. Lag temporale compreso tra lunedì 6 luglio e giovedì 9.
L’indebolimento dell’alta pressione sul Mediterraneo, sarebbe accompagnata da una graduale penetrazione delle correnti oceaniche a partire dai settori più settentrionali del continente. L’ingresso di questa nuova circolazione porterebbe alcune importanti manifestazioni temporalesche dapprima su Penisola Iberica, Francia, Germania, poi forse anche sulle regioni italiane, partendo dai settori settentrionali.